Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2016
26 MC AGOSTO-SETTEMBRE 2016 scina - ci indica Do- nald -. Il problema sta sotto la coper- tura di terra. Sta nell’acqua sotterra- nea che è stata contaminata. Pur- troppo le persone quell’acqua la utilizzano». Donald comincia a liberare un pezzo di terreno con il machete e poi, indossati un paio di guanti, ini- zia a bucarlo con la trivella a mano. Lo scavo dura qualche minuto. La terra asportata dall’attrezzo co- mincia a diventare via via più nera. «Annusate», ci dice Donald a un certo punto. L’odore inizia ad es- sere pungente. «È l’odore tipico dei cosiddetti composti aromatici, altamente tossici per l’uomo e l’ambiente». Viene estratto un sacchetto di pla- stica. «Nel pozzo erano gettati sac- chi di sale. Neppure quelli hanno tolto in una decontaminazione che loro hanno definito perfetta». «Facciamo una prova», dice Do- nald. Prende la bottiglia di acqua e ne taglia la parte superiore con il ECUADOR a pochi metri da queste vasche». La Texaco si è sempre difesa affer- mando di aver completato la boni- fica delle piscine - ne sono state individuate 880 - nel 1998 2 . «Cosa hanno fatto? Semplice- mente hanno tappato le vasche con circa 50-90 centimetri di terra pulita. E così dicono di avere boni- ficato. Un’operazione in cui hanno speso 40 milioni di dollari. L’iro- nico della vicenda è che, per difen- dersi dal giudizio, la compagnia sta spendendo 2.000 milioni di dollari. Se a quei tempi questa cifra fosse stata investita in un adeguato ri- pristino ambientale, adesso non ci sarebbero simili problemi». Indossiamo degli stivali per andare a vedere una delle piscine incrimi- nate. Una di quelle che Texaco dice di aver sistemato e ripulito. Donald prende una bottiglia d’ac- qua, un machete e un arnese per fare buche, una specie di trivella manuale. Passiamo accanto a un tubo dell’oleodotto. «Qui passa il petrolio del pozzo Lago 29. Un pe- trolio leggero, un buon petrolio». Arriviamo in uno spazio coperto da sterpaglia. «Questa era una pi- machete. «Mettiamo nell’acqua pulita un po’ della terra che ab- biamo raccolto. Poi, con un pez- zetto di legno pulito, mescoliamo il tutto. Come potete notare, la terra si deposita mentre il petro- lio, più leggero, va verso l’alto». L’evidenza è clamorosa: siamo da- vanti a una bottiglia di petrolio, trovato a meno di 50 centimetri dalla superficie. Una prova evi- dente del danno ambientale pro- curato dalla Texaco. Donald immerge la propria mano inguantata nel liquido. La risolleva e la apre davanti ai nostri occhi e al nostro naso. Sì, è proprio petro- lio. «E poi dicono di aver risanato» chiosa Donald. Ci propone di sentire quanto bruci - continua a pag. 30 - # A destra : Donald Moncayo comincia a perforare il terreno di una piscina rico- perta da Texaco. | In basso : il terriccio estratto viene messo in una bottiglia di acqua pulita; il petrolio sale in superficie. | Pagina seguente : la mano di Donald im- brattata di petrolio.
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