Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2016

il cinema africano cresce. i temi trattati sono impegnati: dalla migrazione al rapporto con l’europa, l’aids e i conflitti generazionali. la tradizione e la mo- dernità. e spunta il tema dell’integralismo islamico. dai festival nel continente afri- cano alle sale europee. ma è un cinema non sempre compreso. cinema di MARIO GHIRARDI foto di MARCO BELLO L a bandiera nera del calif- fato sventola sulla mitica città di Timbuktu, al cen- tro del Sahara dove per secoli si sono incrociate le caro- vane tuareg che trasportavano da una costa all’altra del continente africano tonnellate di oro e avorio e migliaia di schiavi neri. Nella città capitale della cultura i jihadi- sti hanno raso al suolo i mausolei dei profeti islamici e bruciato i manoscritti quattrocenteschi, mentre le donne sono costrette a vendere il cibo al mercato, oltre- ché avvolte nei veli, anche con le mani guantate. Fare musica non è permesso, giocare al pallone in un polveroso spiazzo tra le case nem- meno. Il jihad non lo consente. E non consente neppure che il i film africani nel mondo L’AFRICA IN SCENA pastore e la sua compagna vivano sotto la stessa tenda senza essere sposati. Per questo motivo sa- ranno lapidati. È questa la scena su cui si chiude «Timbuktu», del regista mauri- tano Abderrahmane Sissako. Uno dei pochi film di produzione afri- cana che sia riuscito a conquistare il pubblico europeo nei canali tra- dizionali delle prime visioni. In Francia l’hanno visto un milione di spettatori, in Italia ha incassato 70 mila euro nel primo fine setti- mana, 428 mila in totale, una performance più che modesta in sé, ma in grado di generare fidu- cia nei progressi di un cinema pro- dotto in Africa da registi africani. «Timbuktu» è stato persino indi- cato nella cinquina dei candidati

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