Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2016
NAGORNO - KARABAKH Testo di SIMONE ZOPPELLARO (OBC) Foto di ROBERTO TRAVAN 14 MC AGOSTO-SETTEMBRE 2016 arresi con un odioso fatalismo, quasi fosse un evento naturale e inevitabile. Ma questo territorio, ricco di poe- sia e contraddizioni, è molto di più. Il Nagorno-Karabakh - per chi lo conosce in prima persona - non è soltanto una guerra: dai suoi tanti villaggi, dove si aprono squarci di grande umanità ma an- che di vera disperazione, alla sua capitale de facto, Stepanakert - sonnolenta eppure ridente città di provincia -, fino alla natura che sembra avere la meglio - a tratti - sulla follia dell’uomo e sulle sue bandiere di morte. E non man- cano anche moschee e minareti, in questo fazzoletto di terra, a ri- cordarci che - prima del dramma- tico spartiacque della guerra tra Armenia e Azerbaigian, scoppiata AI CONFINI DELL’EUROPA (9): IL NAGORNO-KARABAKH TRINCEE DIMENTICATE Senza sbocchi sul mare, in prevalenza montagnoso, teoricamente parte dell’Azerbaigian, di fatto occupato dall’Armenia, il Nagorno-Karabakh (o Artsakh) è uno stato non riconosciuto da alcun paese al mondo. Quasi scomparsi gli azeri musulmani (appog- giati dall’Azerbaigian), l’attuale popolazione è armeno cristiana. Ignorato da tutti, in questa enclave il con- flitto non è però mai terminato. Come testi- moniano gli scontri e i morti del 2016. # A destra: pattuglie partono per il fronte da un compound militare a 30 chilometri dalla capitale Stepanakert. L‘armamento in dotazione, per quanto efficiente, è molto vecchio. Pagina seguente : come cent’anni fa sul Carso, sui reticolati sono appesi barattoli di latta per segnalare il passaggio del nemico. A lle frontiere dell’Europa, dimenticato da tutti, c’è un luogo dove migliaia di giovani bruciano le loro esistenze nel fango e nel gelo delle trincee, mese dopo mese, anno dopo anno. Un luogo dove il tempo sembra sospeso da più di vent’anni all’epoca della Grande Guerra, come in un’oscura male- dizione da cui nessuno riesce più a liberarsi. Ma anche un luogo da favola, fatto di paesaggi inconta- minati, gente dal cuore antico, splendidi monasteri e ottimo cibo prodotto in loco da mani sapienti. È il Nagorno-Karabakh: un luogo dal nome che evoca, ai pochi che lo conoscono, uno dei conflitti più dimenticati del nostro tempo, a cui tutti - anche la comunità inter- nazionale - sembrano essersi oggi
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