Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2016
AGOSTO-SETTEMBRE 2016 MC 13 sua sicurezza ha dovuto vivere molti anni fuori dal paese e lon- tana dalla madre, durante un in- contro a Barcellona. «Ora ca- piamo che tutto quello che fac- ciamo, dalle iniziative per la sa- lute comunitaria, alle piccole energie rinnovabili per le nostre case, all’educazione secondo i va- lori lenca, è una forma di resi- stenza alla cultura imposta da uno stato estrattivista e capitali- sta, oligarchico e patriarcale». E, concludendo, saluta con quanto gridato più volte dalla sua gente: «Mia madre no murío, se multi- plicó». Daniela Del Bene Co-editrice dell’Ejatlas Note: 1- « Global Witness ha documentato in totale 185 omicidi in 16 paesi nel 2015, un au- mento del 59% rispetto al 2014, e il numero totale più alto da quando abbiamo iniziato la raccolta di dati nel 2002. Difensori del territo- rio e dell’ambiente vengono uccisi a un ritmo impressionante di più di 3 a settimana. La maggior parte dei casi registrati sono avve- nuti in paesi dell’America Latina e del Sud-Est asiatico, con il più alto pedaggio registrato ancora in Brasile (50) e nelle Filippine (33). I popoli indigeni difensori delle loro terre an- cestrali sono stati i più colpiti, rappresentano infatti quasi il 40% delle vittime. Industrie minerarie e estrattive sono state collegate ad almeno 42 delitti. Ma anche industrie agroa- limentari (20 omicidi), idroelettriche (15) e del legname (15). Abbiamo trovato un coin- volgimento sospetto di gruppi paramilitari in 16 casi, delle forze armate in 13, della polizia in 11, e di guardie di sicurezza private in altri 11». (da On dangerous ground , p. 5). 2- «Intorno alla mezzanotte del 2 marzo 2016, uomini armati hanno sfondato la porta della casa in cui Berta Cáceres si trovava a La Espe- ranza, Honduras, hanno sparato e l’hanno uc- cisa. Berta era un’attivista ambientale e per i diritti della terra indigena di alto profilo. L’anno scorso aveva ricevuto il premio am- bientale Goldman, un prestigioso riconosci- mento per l’attivismo ambientale di base in tutto il mondo. Nel suo discorso alla premia- zione Berta aveva parlato delle minacce di morte e dei tentativi di rapimento subiti a causa della sua lotta contro la diga di Agua Zarca. Global Witness ha evidenziato il suo la- voro coraggioso in How many more? (quanti altri?), una ricerca in cui l’Honduras veniva descritto come il paese più pericoloso al mondo per i difensori della terra e dell’am- biente. Questo rapporto ( On dangerous ground , ndr.) è dedicato a Berta Cáceres e ai molti attivisti coraggiosi che, come lei, resi- stono al potere, nonostante i pericoli per la loro vita». (da On dangerous ground , p. 2). 3- Circa l’assassinio sistematico degli indigeni in America Latina si veda MC 6/2016, p. 10-12. una visita nel paese, assieme a membri del Copinh e altre orga- nizzazioni dell’Honduras. Anche dai paesi europei molte reti si sono attivate e hanno fatto pres- sione anche sui finanziatori del progetto, tra cui BankTrack , Both Ends , International Rivers e la grande rete della campagna Stop Corporate Impunity . Fmo , la banca finanziatrice olandese, già coinvolta in altri progetti come Barro Blanco nello stesso Hondu- ras e Santa Rita in Guatemala, e Finnfund , hanno deciso di so- spendere il loro appoggio alla centrale pochi giorni dopo l’as- sassinio. La Cabei, che al principio aveva espresso fiducia sul fatto che per «il caso di Mrs. Cáceres ci sarà la dovuta accuratezza nelle indagini da parte delle autorità», il 4 aprile finalmente ha deciso di sospendere il finanziamento a Agua Zarca . Resistenza all’imposizione Nel mese di maggio è venuta in Europa una delegazione del Co- pinh, tra cui una delle figlie di Berta, che porta il suo stesso nome. Due lunghe settimane di incontri con dirigenti di banche, agenzie per lo «sviluppo», e im- prese per raccontare, testimo- niare ma anche per interrogare chi decide la destinazione di fondi e chi investe in nome di quello sviluppo e quell’energia che non si dimostrano né sostenibili né puliti. «Noi Lenca viviamo il nostro terri- torio con altre relazioni socio-am- bientali», dice Bertita, che per la # Sotto : «Tu hai il proiettile, io la parola. Il proiettile muore nella detonazione, la pa- rola torna viva ogni volta che la pronunci. Berta Cáceres si moltiplicò». # A destra : al megafono parla Berta Zúñiga Cáceres (figlia di Berta Cáceres). Dopo l’u- dienza sulla situazione dei diritti umani in Bajo Aguán (Honduras) tenuta al Cidu (Consiglio interamericano per i diritti umani) il 5 aprile 2016, una veglia si è celebrata presso le porte della Osa (Orga- nizzazione degli stati americani) per Berta Cáceres, uccisa il 3 marzo 2016. I membri del Cidu sono andati alla manifestazione per ascoltare le parole di Berta Cáceres Zúñiga. Comisión nteramericana de Derechos Humanos_credit Daniel Cima/Flickr.com A TLANTE DELLA G IUSTIZIA A MBIENTALE Q uesto è il terzo articolo di una collaborazione fra la rivista Missioni Consolata e l’Ejatlas (Envi- ronmental Justice Atlas). Nei prossimi numeri verranno pub- blicate storie e analisi regionali di alcuni dei conflitti ambientali che compaiono nell’Atlante. Per tutti i casi menzionati nell’arti- colo sono disponibili nell’Atlas le relative schede informative. • www.ejatlas.org • www.ejolt.org • http://atlanteitaliano.cdca.it
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