Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2016
GmbH & Co. KG è coinvolta nella fornitura delle turbine, e accusata delle stesse violazioni. Di fronte alla protesta e alle de- nunce, Sinohydro si ritira dal pro- getto, così come la Corporazione Finanziaria Internazionale (Ifc) della Banca Mondiale. I paradossi locali dell’economia estrattiva Agua Zarca indica chiaramente che i conflitti non sorgono solo contro progetti di grandi dimen- sioni, ma da situazioni in cui di- versi fattori d’ingiustizia si combi- nano insieme. In terra lenca, in- fatti, sono ben 17 le nuove dighe in previsione o già in costruzione, ma l’elettricità prodotta da questi impianti è principalmente desti- nata alle industrie e al settore mi- nerario. Questo territorio non ha mai beneficiato di servizi statali, di salute, di educazione, se non in misura insufficiente. Tanto che l’I- stituto Nazionale di Statistica regi- stra, per esempio, un 30% di anal- fabetismo nel municipio di Inti- buncá, 16 punti sopra la media na- zionale. Ma il paradosso più grande sembra però essere il fatto che, appunto, alle comunità non è mai arrivato il collegamento all’e- nergia elettrica. Un’analisi compa- rata delle realtà dove opera l’indu- stria estrattiva rivela che questo è un fenomeno ricorrente che si ve- rifica in maniera sistematica so- prattutto in zone rurali dove la po- polazione viene emarginata e i cui diritti di partecipazione e di espressione sono violati. «Svegliati, umanità, svegliati!» La morte di Berta Cáceres ha de- stato indignazione e rabbia in tutto il mondo. Espressioni di soli- darietà sono arrivate da tutti i continenti perché il suo lavoro era conosciuto: il suo sguardo e le sue parole avevano suscitato forti emozioni, ad esempio, durante la consegna proprio a lei del premio ambientale Goldman nel 2015. Premio che Berta Cáceres aveva dedicato al popolo lenca e alla sua forza e dignità. In quell’occa- sione aveva invitato la comunità internazione ad agire: «Svegliati, umanità, svegliati! Non c’è più tempo!». Parole che sono risuo- nate mille e mille volte nei social media dopo il suo assassinio, come un monito e un grido di do- lore per le tante persone che su- biscono repressione e violenza. Una scia di sangue troppo lunga Solo pochi giorni dopo la morte di Berta, viene ucciso nella sua di- mora in Rio Lindo Nelson Garcia, per essersi opposto a deporta- zioni e sfollamenti forzati della sua comunità. Nel 2013, il gio- vane Tomas Garcia era stato uc- ciso durante una repressione della polizia. Entrambi i Garcia erano membri del Copinh as- sieme a Berta. Nel vicino Messico, Noé Vasquez della piattaforma anti dighe Mapder era stato vit- tima di un’imboscata mentre rac- coglieva fiori e pietre per la ceri- monia di apertura dell’incontro annuale del movimento nel 2013. Nello stesso anno due ragazzi erano stati assassinati da un sica- rio presso la diga Santa Rita in Guatemala, e un anno prima An- drés Francisco Miguel era morto durante le proteste per la diga Barillas Santa Cruz per mano delle guardie di sicurezza. Questi sono solo alcuni dei molti casi 3 che dimostrano la grande violenza che accompagna l’indu- stria estrattiva e i suoi progetti energetici e infrastrutturali, la connivenza fra imprese e autorità pubbliche e forze di «sicurezza» in Centroamerica. L’eredità di Berta Berta Cáceres però ha lasciato un’eredità speciale: «Il suo assas- sinio ha lasciato un segno profondo nei movimenti per la giustizia ambientale. Qualcosa è cambiato dalla sua morte», ci dice un attivista in Cile. C’è stata infatti una grande mobilitazione a molti livelli, dalle reti sociali al Parlamento europeo, che ha chie- sto con forza al governo hondu- reño di intervenire per identifi- care i colpevoli materiali, per in- dagare sul ruolo delle imprese di Agua Zarca , e per rilasciare im- mediatamente Gustavo Soto, unico testimone diretto di quella tragica notte, che per settimane è stato trattenuto in Honduras no- nostante avesse già riferito alle autorità tutto ciò che sapeva. Tra il 17 e il 21 marzo la Missione Internazionale Justícia per Berta Cáceres Flores ha partecipato a HONDURAS Fotomovimiento org
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