Missioni Consolata - Luglio 2016
LUGLIO 2016 MC 81 Missione Europa PER UN NUOVO PROGETTO MISSIONARIO IMC di Ugo Pozzoli | pubblicato con Fátima missionária e Antena Misionera I l fenomeno delle migrazioni di massa che hanno ri- versato nelle nostre vie e nelle nostre vite persone di differente credo e cultura si è incrociato con il progressivo invecchiamento della chiesa. Questa ap- pare sterile ed incapace di coinvolgere le nuove genera- zioni nell’entusiasmo evangelico e nell’incontro/con- fronto con la complessa realtà secolarizzata e scristia- nizzata di gran parte dell’Europa. Questo cambiamento epocale interpella innanzitutto la nostra chiesa locale, e, dentro di essa, gli Istituti missio- nari che non possono semplicemente stare a guardare, ma sono chiamati a offrire risposte adeguate e compe- tenti, mettendo a disposizione il loro carisma specifico con determinazione e originalità. Serve, oggi, un «pro- getto missionario» per l’Europa che individui obiettivi e ambiti specifici in cui la nostra missione venga definita con chiarezza e illumini le nostre scelte. Il momento cri- tico che stiamo vivendo può diventare un’opportunità in cui, di fronte alla tentazione, ormai ben radicata nella mentalità di molti, di creare muri e barriere, si possa op- porre il modello delle nostre «comunità ponte», inter- culturali e segno di fraternità universale. Il primo passo in questa direzione consiste nel coltivare una maggiore consapevolezza della nostra identità, riandando all’essenza del nostro carisma e confrontan- dolo con la mutevole realtà del continente. Se siamo missionari, lo siamo ovunque, anche qui in Europa. Il nostro carisma non ci spinge ad essere missionari sol- tanto per l’Africa, l’America Latina o l’Asia, ma per tutti coloro che non sono cristiani, dovunque essi siano. Come missionari, destinati a un primo annuncio del Vangelo, sentiamo l’urgenza di andare verso quelle per- sone e popoli che ancora non conoscono la Buona Noti- zia o l’hanno completamente dimenticata. Quindi anche in Europa. Se questo è il criterio di fondo, resta da approfondire in che ambiti e con che stile siamo chiamati a essere mis- sionari oggi in Europa. Il mondo giovanile, quello dei poveri e degli emarginati, il complesso mondo dei media in cui far risuonare la Buona Notizia, sono contesti che sempre ci hanno visti impegnati nella nostra attività evangelizzatrice e con cui dobbiamo oggi continuare a confrontarci. Nel fare ciò, è però necessario che il missionario si caratterizzi e con- traddistingua per scelte di campo precise, che non sna- turino ed appiattiscano il suo carisma originale unifor- mandolo a quello di altre forze ecclesiali. Oggi, la presenza del nostro Istituto in Europa, tradizio- nalmente dedicata all’animazione missionaria e voca- zionale e alla formazione di futuri missionari, richiede di trovare nuove vie. Una di esse potrebbe essere quella di guardare alla realtà con gli occhi dei nostri confratelli giovani, in gran parte provenienti da altri continenti. La loro sensibilità e il loro modo di vedere può cogliere aspetti nuovi e of- frire proposte alternative agli schemi tradizionali. Il con- fronto di questa nuova sensibilità con l’esperienza di chi, nato in Europa, si è arricchito con anni di impegno missionario in altri continenti può dare frutti inediti. Se novità ed esperienza si incontrano, da una parte si può superare la frustrazione di una sterile ripetitività, dall’al- tra si tracciano nuove piste sulla solidità di un bagaglio umano e spirituale maturato negli anni. E la missione in Europa sarà capace di scoprire le mille meraviglie che Dio continua a operare in questo conti- nente. Ugo Pozzoli EUROPA: LA MISSIONE CI SFIDA ALLA NOVITÀ Lavisitadi PapaFrancescoaLampedusaequellapiù recenteall’isoladi Lesbohannocontribuito, attraverso il potere fortedelle immagini, a rendere l’ideache lamissione inEuropa stacambiando. Anzi, hagiàmodificato il suovolto: bastaguardarsi ingiro, esplorando facceecontesti. Questa trasformazioneesigeoggi rispostediverse rispettoaquelleche laChiesaegli Istitutimissionari eranoabituati adare inpassato.
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