Missioni Consolata - Luglio 2016

7. Il missionario comune si preoccupa di tutti. Se si trova in una casa, è at- tento a tutti i membri della famiglia. Così in parrocchia, nella scuola, nella fab- brica e in ogni altro ambiente. Il missionario comune sollecita in tutti i modi la sua comunità (diocesi, parrocchia, consiglio pastorale, gruppo) a valutare i problemi e a prendere le decisioni in un’ottica universali- stica. Il missionario comune suscita, sostiene, colla- bora a tutte le iniziative volte ad intrecciare re- lazioni con le altre chiese e con gli altri popoli. Stefano Camerlengo, Superiore Generale «Da casa Madre», aprile 2016 LUGLIO 2016 amico 77 AMICO.RIVISTAMISSIONICONSOLATA.IT 8. Il missionario comune ricorda che Gesù è partito dagli ultimi mostrando che la prima universalità è la solidarietà con gli ultimi. In una società spesso indifferente, il missionario comune si accorge prontamente degli ultimi, spesso nascosti. 9. Poiché annuncia una verità che non è ovvia, ma critica, il missio- nario comune - che intimamente è uomo di pace - suscita reazioni e contra- sti. E questo lo addolora, ma non lo ferma. Trova il coraggio dell’incomprensione e della solitudine nella comunione con il Pa- dre (Gv 16,32) e nella solidarietà dei fratelli. 6. Il missionario comune vive l’universa- lità evangelica, fatta insieme di stabi- lità e mobilità. Solidarizza senza rispar- mio con le situazioni in cui vive e con le per- sone che gli sono accanto. E nel contempo è insofferente verso ogni chiusura. Ha il gusto dell’incontro con il lontano e il diverso. © Francesca Allasia_Missionaria della Consolata in Kenya 10. Il missionario comune è consapevole del dovere della coerenza, ma non ha l’angoscia della coerenza, perché non pone nella propria coerenza il di- ritto di annunciare, ma nella fedeltà del Signore che a questo lo chiama. Del re- sto, egli non parla mai di se stesso, ma solo di quanto Dio ha fatto per tutti. E così può parlare anche se peccatore.

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