Missioni Consolata - Luglio 2016

LUGLIO 2016 MC 7 Cari mission@ri in Sud Sudan il 16 mag- gio»? Ricordate l’assor- dante silenzio sul massa- cro delle quattro suore di Madre Teresa in Yemen all’inizio di marzo? Perfi- no papa Francesco, con la sua abituale franchezza, si sentì in dovere di stig- matizzare l’indifferenza dei media. Notizie di questi drammi si trovano sull’informazio- ne di «nicchia», come le agenzie missionarie, le ri- viste specializzate e quel- le di ong e gruppi interes- sati a questi problemi, e qualche volta anche nelle pagine interne della gran- de stampa. Ma occorre a- vere un occhio attento, ca- pace di andare oltre l’ane- APPELLO PER LO IUS SOLI A gli immigrati di seconda generazione , nati e cresciuti in Italia, deve essere ricono sciu- to il diritto di cittadinanza. Lo sosteng ono le riviste missionarie e le associazioni per i diritti dei migranti. Che chiedono sia presentato q uan- to prima al Senato, per la sua definitiva approva- zione, il disegno di legge sullo ius soli. In sintonia con la campagna «L’Italia sono an- ch’io», sostenuta da numerose organizzazioni della società civile, noi rappresentanti della stampa missionaria e di associazioni impegnate per i diritti degli immigrati, chiediamo al Parla- mento italiano di portare a termine senza ulte- riori dilazioni l’iter di riforma della legge che e- stende il diritto di cittadinanza agli stranieri nati nel territorio italiano. In modo particolare ci ri- volgiamo alla presidente della Commissione af- fari costituzionali, Anna Finocchiaro, affinché stabilisca quanto prima la data per presentare al Senato il disegno di legge, già approvato in prima lettura alla Camera dei deputati il 13 ottobre 2015, per la sua definitiva approvazione. L a vigente legislazione, fondata su legami di sangue, garantisce il diritto di cittadinanza a nipoti di un nonno o nonna italiani, anche senza mai aver messo piede in Italia. A maggior ragione riteniamo giusto e doveroso che lo stes- so diritto venga riconosciuto agli immigrati di se- conda generazione, nati e cresciuti nel nostro paese, che oggi sono costretti ad attendere fino alla età di 18 anni prima di poter ottenere la cit- tadinanza. A tale obiettivo mira la riforma della legge 91 del 1992 che assicura ai figli di immi- grati nati in territorio italiano da almeno un geni- tore con permesso di soggiorno di lungo periodo (ius soli temperato) o a seguito di un percorso scolastico (ius culturæ), il diritto a diventare cit- tadini. L’approvazione della nuova legge – ne siamo certi – darà un segnale importante a oltre 1 milione di giovani di origine straniera che vivono in uno sta- to di precarietà esistenziale, che si sentono italia- ni di fatto, ma non lo sono per la legge. Grazie a questa normativa più della metà di costoro, con un genitore in possesso di un permesso di lungo soggiorno, potrebbero già beneficiare della rifor- ma. L’accesso alla cittadinanza è l’unica via in grado di consentire ai figli di immigrati di essere considerati alla pari, nei diritti e nei doveri, ri- spetto ai loro coetanei, figli di italiani. Come cittadini e cittadine italiane riteniamo l’ap- provazione della nuova legge sulla cittadinanza agli stranieri un atto di giustizia che il nostro Par- lamento è chiamato a compiere per rimediare a una discriminazione che penalizza i nostri fratelli e sorelle immigrati di seconda generazione. Questo documento è stato firmato in data 12maggio 2016 dai direttori delle riviste aderenti alla « Federa- zione della stampamissionaria italiana » (Fesmi) e dai responsabili di altri organismi solidali e impegnati nel mondo dei migranti, rifugiati e nomadi. Il testo è stato pubblicato sui siti delle varie riviste, su Avvenire e Vita e consegnato alla presidente della Commissio- ne affari costituzionali, all’inizio di giugno. Nel documento si usa l’espressione «immigrati di se- conda generazione» per adeguarsi al linguaggio della legge attuale, ma tale termine non ha senso. Bambini nati in Italia da genitori che qui vivono e lavorano da tempo, non possono essere considerati migranti. Ec- cetto che anche noi vogliamo introdurre il termine «a- lieno», lo stesso stampato sullamia carta d’identità locale quando vivevo in un paese d’Africa. 5X1000 A MCO CF 97615590011, PERCHÉ SÌ stetizzante informazione di «prima pagina». AVANTI CON MC Caro padre faccio riferimento alla let- tera pubblicata suMC a- prile 2016 (lettrice di Bo- logna), per incoraggiarvi a continuare nell’attività di stampa, spedizione e dif- fusione della rivista. In data odierna ho provvedu- to ad effettuarvi un picco- lo bonifico che vorrete uti- lizzare per inviare la rivi- sta a chi ne ha bisogno e trova in essa un utile stru- mento di informazione e formazione, soprattutto sulla chiesamissionaria ed in particolare di quella dei missionari della Con- solata. Buon lavoro! Email firmata 11/04/2016 A giorni vi faccio avere u- na piccola donazione per la vostra bella rivista. A volte mi chiedo se possa essere realizzabile una piccola campagna nelle mie tre parrocchie per far conoscere la rivista e favorire una cultura al- ternativa sui veri proble- mi del mondo… Forse sarà un’illusione, ma sa- rei lieto, magari per il mese missionario, di stu- diare con voi qualcosa. Se avete suggerimenti… Don D. 17/05/2016 Grazie di cuore a tutti gli amici che ci sostengono e ci incoraggiano a conti- nuare il nostro servizio in questi tempi duri. Come sapete questi ultimi sei anni hanno visto chiudere riviste missionarie una dopo l’altra. Altre stanno davvero lottando per la sopravvivenza proprio in questi tempi. Cose che vi abbiamo già detto altre volte. In MC stiamo facen- do il possibile e l’impossi- bile per «fare bene il be- ne», convinti che se que- sta è un’opera voluta da Dio, Lui ci provvederà sempre la forza e i mezzi per andare avanti. Se non è opera sua, meglio chiu- dere.

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