Missioni Consolata - Luglio 2016

LUGLIO 2016 MC 63 MC ARTICOLI # Da qui a sinistra, in senso orario : i palazzi nuovi di Cité du fleuve visti dall’altra parte del fiume, a Kangabwe, dove vivono i pescatori. | Signore dell’alta società di Kinshasa nella hall del ministero dell’informazione. | Giovani mamme nell’unico dispensario di Pakajuma. | Giovani nel quartiere centrale degli affari, a Kinshasa. | Costruzioni in tecnologie avanzate in un quatiere ricco della capitale congolese. risposta. Intanto, gli abitanti del villaggio si proteggono dalle eson- dazioni del fiume come possono, costruendo su palafitte o creando degli argini. Non abbastanza, se- condo Florence, una madre di quattro figli che ha sistemato sac- chi di sabbia attorno alla propria abitazione, per impedire che l’ac- qua entri in casa, trasportando con sé feci e rifiuti organici. Lei è uno dei pochi abitanti ad avere costruito una latrina, e spera che altri seguano il suo esempio. La la- trina sorge proprio sulla sponda del fiume, sul lato opposto di Cité du Fleuve , la Kinshasa del futuro. Ma, a Kinshasa, il futuro, come i servizi igienici, è un lusso che non tutti possono permettersi. Gianluca Iazzolino Questo reportage è parte del progetto «Toilet for all» realizzato con il contri- buto dell’ Innovation in Development Re- porting Grant programme dello Euro- pean Journalism Centre . La prima parte «India. A mani nude», è stato pubblicato su MC marzo 2016. della moda di Kinshasa» o nei ri- storanti di lusso di Gombe. Con- domini e case unifamiliari dagli stili più diversi si affacciano su ampi viali con lampioni. Un Hum- mer limousine bianco è parcheg- giato in uno dei viali principali. Af- fittarlo per un’ora costa 350 dol- lari e un meccanico che ne sta re- visionando il motore ci informa che le prenotazioni sono com- plete per i mesi a venire. Molte abitazioni sono ancora vuote, ma le previsioni sono rosee, e presto apriranno anche negozi e super- mercati. L’idea alla base di Citè du Fleuve è farne una comunità auto- noma dal resto di Kinshasa, un frammento di Europa sul fiume Congo, lontano dalle immagini stereotipate di miseria e malattie del paese. Eppure queste immagini incom- bono a poche centinaia di metri, al di là della ringhiera di prote- zione e di un ramo del fiume su cui le piroghe scivolano lenta- mente. Migliaia di pescatori risie- dono in un agglomerato di barac- che concentrate in un fazzoletto di terra sul livello dell’acqua, esposto alle periodiche esonda- zioni. Non possono allontanarsi perché dalla pesca ricavano l’u- nica forma di sostentamento ma, dicono, dall’inizio della costru- zione di Cité du Fleuve , nel 2008, la loro situazione è peggiorata: «I sistemi di sbarramento per pro- teggere il quartiere residenziale impediscono il riflusso del fiume», dice Vincent, un leader comunita- rio del villaggio dei pescatori. «L’acqua ristagna. E così il colera ritorna regolarmente». Il sito web di Cité du Fleuve speci- fica che la costruzione del quar- tiere è stata preceduta da un ac- curato studio idrogeologico, ma la nostra richiesta alla società finan- ziatrice di un commento alle ac- cuse dei pescatori non ha ricevuto

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