Missioni Consolata - Luglio 2016
MC ARTICOLI Congo belga prima, e quindi per i cittadini dello Zaire e della Rdc che confluivano nella capitale per lavorare e commerciare, anche nel mercato del sesso. Fattori sca- tenanti, secondo uno studio delle università di Oxford e di Lovanio, della «tempesta perfetta» da cui probabilmente prese il via negli anni ‘20 l’epidema globale di Hiv esplosa poi negli anni ‘80. Quando si riesce ad accedere al quartiere, ci si rende conto che la situazione non è molto diversa da quella di un secolo fa. Pakadjuma resta il distretto della prostitu- zione a basso costo, praticata nei cosiddetti kuzu , postriboli dove ci si prostituisce anche per mezzo dollaro o in cambio del pesce che i pescatori del quartiere non rie- scono a vendere al mercato. Come racconta Nicolas Muembe, l’infermiere che gestisce l’unico presidio sanitario della baracco- poli, un terzo degli utenti dell’am- bulatorio è sieropositivo. La mag- gior parte dei suoi pazienti sono donne. Il virus si propaga rapida- mente in corpi già debilitati. «Molti dei sieropositivi che ab- biamo in cura hanno già avuto il colera in passato e sono esposti a dissenteria cronica e a nuove in- fezioni che si diffondono a causa delle condizioni igieniche preca- rie». Ci sono solo due latrine in mura- tura per una popolazione di di- verse migliaia di abitanti. Le fo- gne sono un reticolato di rivoli d’acqua nera che strabordano nella stagione delle piogge, facili- tando la diffusione di diarrea e vermi intestinali. Sui pochi letti dell’ambulatorio creato da Nico- las con l’aiuto dei Caschi Blu tuni- sini del contingente internazio- nale Monusco (Missione delle Na- zioni Unite per la stabilizzazione del Congo, nrd ) si alternano par- torienti e malati gravi. Il mate- riale sanitario è fornito da una Ong statunitense. Solo dopo l’epi- demia di colera che nel 2013 ha fatto centinaia di vittime, il mini- stero della Salute congolese ha stabilito un altro presidio sanita- rio nella zona. Al momento, però, la struttura è dedicata alle decine di migliaia di nuovi arrivati nell’ul- un funzionario di polizia, riferen- dosi a Pakadjuma, un insedia- mento illegale che si snoda lungo la ferrovia che unisce Kinshasa a Matadi, il maggiore porto fluviale del sud del Congo, a ridosso del bacino in cui vengono riversati gli scarichi delle fosse settiche della città. Il torrente Kaluma taglia la barac- copoli, attraversa il bacino e pro- segue oltre per affluire nel fiume Congo. Pur essendo un agglome- rato di baracche, Pakadjuma è una delle aree di Kinshasa abitate ininterrottamente da più tempo. La posizione strategica lungo la ferrovia e a poca distanza dalle rive del fiume ne ha fatto fin dal- l’inizio del ventesimo secolo uno snodo cruciale per i sudditi del # Sopra: il quartiere Kinsuka, dove le case sono costruite nel cimitero. # A sinistra e sotto: una ragazza a Pakadjuma e bambini giocano nel fango a Kangabwe, quartiere di pescatori.
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