Missioni Consolata - Luglio 2016

sfruttano senza controlli (vedi RD Congo e Amazzo- nia sia dell’Ecuador che del Brasile). Senza di- menticare la passività, di- visione e confusione della politica estera dell’Unione europea che tollera (o permette e favorisce?) in paesi come il Kosovo e l’Ucraina la crescita e il prosperare di organizza- zioni fondamentaliste, in- cubatori di foreign figh- ters e terroristi. MUSULMANO UCCISO PER SALVARE CRISTIANI Aiuto, qualcosa mi è sfug- gito, leggo diversi giornali quotidiani tutti i giorni, ma non ho letto, se non in piccolissime recensioni sulla morte, il 18/01/16, di Salah Farah. Ho letto di Valeria Soresin, morta nell’attacco al Bataclan a Parigi, ho letto su Giulio Regeni morto misteriosa- mente in Egitto. Tutto ciò è molto giusto. Ho guar- dato in internet il cogno- me Salah: ho visto pagine su AbdelhamSalah, ter- rorista, ma ancora di più su Mohamed Salah, cal- ciatore della Roma, e del suo infortunio. Ho guar- dato vari programmi d’informazione e denun- cia, ma mai si è parlato di Salah Farah. È solo un vero eroe dimenticato, Salah è l’insegnante ke- niota che ha difeso con la sua vita dei cristiani da una morte certa, dicendo ai terroristi che cristiani e islamici sono tutti uguali e che dovevano uccidere tutti. Quindi, secondo me dovrebbe essere conside- rato un eroe sia per i cri- stiani che per i mussul- mani. Ma nessuno ne parla, come per vergo- gna: il mondo islamico forse perché ha salvato dei cristiani, il mondo oc- cidentale, forse perché nero, povero e non bion- do. Io penso che merite- rebbe almeno il Nobel 6 MC LUGLIO 2016 redazione@rivistamissioniconsolata.it mcredazioneweb@gmail.com tutte le morti hanno lo stesso valore. La lista po- trebbe essere lunga, dalla Nigeria alla Somalia, dal- la Siria all’Iraq, non ulti- mo l’ennesimo massacro di civili avvenuto agli inizi di maggio nel Beni (una provincia della Repubbli- ca democratica del Congo vicina all’Uganda) per ma- no di un gruppo di milizia- ni qaedisti ugandesi, uno dei 23 gruppi che si con- tendono il controllo del territorio a Est del Congo e le sue enormi risorse. Noi stessi abbiamo saputo del fatto solo perché vi so- no state vittime tra i membri della famiglia al- largata di un nostro mis- sionario. Eppure non è u- na cosa da poco, oltre 1100 persone indifese, soprattutto donne e bam- bini, sono state uccise in quell’area negli ultimi tre anni e migliaia e migliaia costretti a fuggire dalle loro case. E chi ha riportato che «è morta (il 20 maggio) suor Veronica Rackova, religio- sa delle Suore Missiona- rie dello Spirito Santo (S- sp), la medico missionaria slovacca ferita gravemen- te in un agguato stradale per la pace, magari to- gliendolo a qualche po- tente, che ha reso il mon- do molto pericoloso. Ora chiudo e vi incito a farvi promotori per una collet- ta per la sua numerosa famiglia che viveva solo con il suo stipendio. Saluti Stefano Graziani 08/05/2016 Ho fatto una rapida ricer- ca, e, a parte quattro te- state, in Italia se ne è par- lato poco o niente. Noi stessi abbiamo riportato solo quanto avvenuto il 21 dicembre sulla pagina Fa- cebook della rivista. Il fat- to a cui si riferisce il no- stro lettore è l’agguato del 21 dicembre 2015 teso dagli Al-Shabab a un pull- man diretto a Mandera, u- na cittadina del Kenya all’stremo Nord-Est del paese, ai confini con la Somalia. «L’uomo, al mo- mento dell’assalto di un gruppo di uomini armati, appartenenti ai miliziani sunniti somali di al-Sha- baab, si trovava a bordo di un autobus insieme a un gruppo di passeggeri cri- stiani e musulmani. Quando gli assalitori han- no intimato al gruppo di viaggiatori di dividersi fra musulmani e cristiani, Fa- rah insieme ad altre per- sone si è rifiutato, sapen- do che i cristiani sarebbe- ro stati massacrati una volta individuati. L’inse- gnante musulmano si era rivolto agli uomini armati sfidandoli e dicendo loro: “Uccideteci tutti oppure lasciateci andare”. I mili- ziani, prima di lasciare che il bus proseguisse il suo tragitto per Mandera, avevano ucciso due delle persone a bordo e ne ave- vano ferite altre tre» ( The Post Internazionale del 22/01/2016). «“Appena abbiamo parlato hanno sparato a un ragazzo, e a me”. Dopo quasi un mese in ospedale, Salah non ce l’ha fatta» ( Avvenire del 21/01/2016). Salah Farah era un insegnate di 34 an- ni, padre di cinque figli. In Kenya l’hanno onorato come un eroe e ci sono state preghiere di cordo- glio da parte di tutti i gruppi religiosi ed è stata lanciata sui social media una colletta per aiutare la sua famiglia. Resta comunque il fatto che spesso sui media non 5X1000 A MCO CF 97615590011, PERCHÉ SÌ # A destra : Salah Farah nel letto di ospedale, dove poi è morto a causa delle ferite ri- portate. Sotto : controllo dei passeggeri prima della par- tenza del pullman diretto a Mandera.

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