Missioni Consolata - Luglio 2016
MC ARTICOLI LUGLIO 2016 MC 57 un vecchissimo fuoristrada gui- dato dal figlio. La strada è brutta e anche perico- losa. Ci sono curve e ponti stret- tissimi e senza alcuna protezione. Lungo tutto il percorso stradale, senza soluzione di continuità, tu- bazioni di varie dimensioni se- guono l’andamento del terreno. Ci fermiamo in una casa a lato della strada. «Signora Leonila, qui vicino c’è stato uno sversamento, vero?». «Sì, dalla tubazione qui davanti, ma il petrolio è arrivato fino alla nostra finca », risponde lei e ci fa accompagnare dal figlio. Scendiamo a piedi lungo una strada sterrata. C’è una povera casa di legno su palafitte. I panni stesi sotto la tettoia. Un uomo, una donna, un paio di bambini, che ci accolgono con curiosità. Il colono prende un badile e si di- rige verso un rivolo d’acqua che sta a pochi passi dall’abitazione, seminascosto dalla vegetazione. Poche badilate e subito viene allo scoperto terra nera come il bi- tume. Puzzolente come il bitume. «Vi hanno risarcito?», doman- diamo al figlio di Leonila. «No, nulla», risponde sconsolato. Riprendiamo il cammino lungo la via Auca, la via del petrolio. Ci fer- miamo per qualche foto (di- screta) davanti a un campo di Pe- troamazonas , la compagnia dello stato ecuadoriano. Ci sono due alti mecheros 4 , che sputano fuoco e fumo sopra gli alberi. E, in mezzo, un grande contenitore di metallo con la scritta agua de for- mación 5 . A lato del campo sale una strada, su cui vanno e ven- gono camion pesanti. Un cartel- lone dice che Petroamazonas sta costruendo una centrale. Risa- liamo in auto per proseguire, ma la vecchia jeep non ne vuole pro- prio sapere di ripartire. Ci pas- sano accanto i grossi e lussuosi fuoristrada delle compagnie pe- trolifere. Le persone a bordo ci guardano con facce che paiono di commiserazione. Passano anche fuoristrada delle forze dell’or- dine, presenti in forza a difesa delle installazioni petrolifere. «Mettete via le macchine foto- grafiche», consiglia Diocles. Dopo un paio d’ore arriva il mec- canico e finalmente possiamo tornare verso Coca. Ripercor- riamo a ritroso la strada del mat- tino, attraversando El Dorado e Dayuma, villaggi anonimi, cre- sciuti dal nulla e adibiti a dormi- tori per i lavoratori petroliferi. Sono fatti di case approssimative, ma insegne ammiccanti e luci sgargianti evidenziano la pre- senza di bar e di bordelli, come sempre capita in zone dove si concentrano quasi esclusiva- mente uomini. Diocles non la manda a dire: «Adesso che è arrivata la crisi, tutti dicono che bisogna puntare sul turismo e sull’agricoltura. An- che coloro che fino a ieri si sono riempiti le tasche con il denaro del petrolio. Per questa regione il petrolio è stata una vera maledi- zione. La maledizione della ric- chezza». Difficile, per noi, aggiungere qual- cosa. Salutiamo con un abbraccio d’ammirazione Diocles, piccolo campesino e attivista ambientale che, anche a costo di apparire un po’ retorici, ci piace considerare un eroe solitario dei nostri giorni. P ROSSIMAMENTE Nelle future puntate della serie: arriveremo a Nueva Loja (Lago Agrio) per vedere i disastri com- piuti dalla Texaco-Chevron; visite- remo una comunità quichua lungo il fiume Napo. Ferite e colpi mortali In Coca abbiamo toccato con mano i danni - ambientali e umani - prodotti dall’estrazione petroli- fera. Abbiamo anche visto le con- seguenze di un’economia di mer- cato incentrata sui prezzi del pe- trolio. Domani, percorrendo il Rio Napo, andremo verso il Parque Yasuní e poi ci sposteremo nella provincia di Sucumbíos, dove c’è l’altra capitale petrolifera: Nueva Loja-Lago Agrio. Forse la città sim- bolo della maledizione del petro- lio. Quella dove la multinazionale statunitense Texaco-Chevron ha compiuto disastri inimmaginabili per i quali è stata condannata. Ma per i quali nulla ha pagato. Paolo Moiola (fine terza puntata - continua) Note 1 - La Hulliburton è stata l’azienda di Dick Che- ney, vicepresidente Usa durante l’ammini- strazione di George W. Bush e la Guerra del Golfo (2003), durante la quale si dice che la multinazionale sia stata favorita. 2 - La palma africana ( Elaeis guineensis ) si è diffusa in tutto il mondo in quanto il suo olio è molto richiesto, soprattutto dalle in- dustrie alimentari e cosmetiche. La sua col- tivazione su larga scala ha effetti nefasti sull’ambiente e sul clima. 3 - Il «bioaccumulo» è il processo attraverso cui sostanze tossiche persistenti si accumulano all'interno di un organismo, in concentra- zioni superiori a quelle riscontrate nell'am- biente circostante. Questo accumulo può av- venire attraverso qualsiasi via: respirazione, ingestione o semplice contatto, in relazione alle caratteristiche delle sostanze. 4 - Vengono chiamati mecheros i camini attra- verso i quali si brucia il gas che esce quando si estrae petrolio. Si tratta di un gas che con- tiene vari elementi contaminanti: metano, butano, etano, propano, acido solfidrico. 5 - In un giacimento petrolifero, il petrolio si trova in sospensione su uno strato di acqua definita «acqua di formazione». Durante le attività di trivellamento ed estrazione si ha come effetto collaterale una grande produ- zione di acqua contaminata detta «acqua di produzione». Oltre all’olio, nell’acqua di pro- duzione sono presenti inquinanti quali me- talli pesanti, solidi sospesi e disciolti e ele- menti radioattivi.
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