Missioni Consolata - Luglio 2016

lavoratori migranti, più giovani istruiti, tecnologiz- zati, cosmopoliti. Così, le ricchezze accumulate in trent’anni di boom sono spese per incentivare i gio- vani a creare start up , per costruire parchi tecnolo- gici, per finanziare la ricerca. Tra il 2014 e il 2015, l’investimento delle imprese cinesi in ricerca&svi- luppo è aumentato del 46 per cento, contro numeri a cifra singola per l’Europa e gli Stati Uniti. Le esenzioni fiscali e i ponti d’oro non sono più fatti alle industrie straniere tradizionali, bensì sempre più a quelle che trasferiscono tecnologia, know how : biotecnologie, settore farmaceutico, elettro- nica avanzata, prodotti finanziari. Idem per le ac- quisizioni all’estero. Il tredicesimo piano quinquennale 2016-2020 ha proprio annunciato queste trasformazioni, ma le ri- forme è più facile annunciarle che farle, perché il potere cinese è sempre combattuto tra la necessità di accelerare e quella di rallentare, per non creare terremoti sociali. Nei mesi scorsi si sono moltipli- cati i conflitti sul lavoro di comunità operaie del Nord Est cinese di fronte all’annunciata chiusura di miniere e impianti. Nella provincia dell’Heilong- jiang, la proprietà della miniera di Shuangyashan ha per esempio annunciato il licenziamento di 100mila lavoratori nei prossimi due o tre anni, sui 224mila totali. Il gruppo Longmay, proprietario del giacimento, è controllato dal governo provinciale ed è in perdita dal 2012, per rimanere a galla chiede nuove linee di credito alle banche. 40 MC LUGLIO 2016 Tutto il potere a Xi Jinping Il problema inquinamento si trova dunque al cen- tro del tira e molla tra chi spinge e chi fa resistenza. L’ultima manifestazione di questa tensione sem- brerebbe essere il conflitto latente tra il presidente Xi Jinping e il premier Li Keqiang, il numero uno e il numero due del potere cinese. Recenti studi hanno infatti rivelato che i continui piccoli stimoli economici permessi dalla gestione di Li Keqiang - in sostanza, crediti - avrebbero permesso a parec- chie industrie pesanti «zombie» e inquinanti desti- nate alla chiusura non solo di stare a galla, ma an- che di annunciare piani di espansione. A questo punto, Xi Jinping avrebbe parzialmente esautorato il premier e preso in prima persona il controllo dell’economia. Alcuni recenti articoli dei media di stato sottolineano il ruolo sempre più marcato del presidente nel dettare l’agenda econo- mica, che di solito è invece appannaggio del pre- mier. Xi ha in programma di accelerare le riforme e di imporre chiusure e fusioni di imprese nel settore dell’acciaio, del carbone e del cemento con enorme eccesso di capacità. Nella Cina dei paradossi, la soluzione al problema dell’inquinamento passerebbe così anche attra- verso l’ulteriore accentramento del potere da parte di un presidente già accusato di essere un Mao Ze- dong redivivo. Gabriele Battaglia Sopra: mercato contadino; oggi nella Cina rurale vive meno della metà della popolazione . Pagina seguente : lo skyline di Shanghai con il fiume Huangpu e il distretto finanziario di Lujiazui (aprile 2016). © Paolo Moiola

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