Missioni Consolata - Luglio 2016

• M INGONG : è il lavoratore migrante. • H UKOU : è la registrazione della residenza. Un persona, con tutto il suo nucleo familiare, è registrata nel luogo di nascita e solo lì ha diritto a tutta una serie di diritti e servizi (sanità, istruzione, pensione, etc). È un sistema che risale alla Cina imperiale (ma non solo Cina, anche Giappone, Corea, etc.) e che è stato riadot- tato in epoca maoista per controllare i grandi sposta- menti di popolazione ed evitare che tutti si concentrino in alcune aree del paese e, al contrario, altre zone siano abbandonate. Con le riforme di Deng Xiaoping, il si- stema si è di fatto rotto perché grandi masse di min- gong si sono trasferite dalle aree rurali a quelle ur- bane/industriali. Ma l’assenza di hukou in quelle aree li ha privati dei servizi essenziali, creando di fatto una po- polazione di serie B, esposta a ricatto salariale. Da tempo si parla di abbatterlo o di riformarlo. Alcune piccole riforme sono già avvenute. Per esempio, è ora possibile «comprare» l’hukou urbano, oppure viene concesso a speciali categorie o a gente che lavora da un certo numero di anni in una data città. Non si parla però della sua abolizione tout court, perché le autorità cinesi non vogliono che milioni di persone si spostino nelle megalopoli già intasate. Stanno invece pensando di concedere l'hukou in città più piccole o di nuova co- struzione, in modo di distribuire razionalmente la po- polazione sul territorio. Ga.B. Il mattone e la bolla immobiliare Allo stesso tempo, Pechino deve fare i conti con un’altra emergenza. La crisi globale del 2008-09 ha ridotto i volumi dell’export cinese verso l’Occi- dente, mandando in crisi le piccole-medie imprese del «virtuoso» delta del Fiume delle Perle. La filiera tessile, per esempio, ma anche l’elettronica di con- sumo, i giocattoli. Infine, per garantirsi una sicurezza sociale in as- senza di welfare compiuto - pensioni e sanità uni- versali sono un lavoro in corso - i cinesi di solito in- vestono nel mattone. Questo ha prodotto un feno- meno speculativo che secondo parecchi osservatori è ormai una bolla immobiliare pronta a scoppiare. Costruire corrisponde in realtà a tre esigenze: crea ricchezze immediate per palazzinari e investitori; permette di bruciare risorse in eccesso, come nel caso dell’acciaieria di Behemoth; offre occupazione. Ma sul lungo periodo, porta all’estremo i difetti del modello cinese: inquinamento, investimenti che non restituiscono profitti, bolle speculative. Verso un nuovo modello: meno quantità, più qualità La crisi/riconversione di fine anni Novanta fu l’oc- casione per fare anche esperienza di crisis manage- ment . Il potere del Partito comunista si basa sulla promessa di una Xiaokang Shehui, «società del be- nessere moderato». Oggi, le autorità cinesi si af- frettano a precisare che la transizione del paese verso un diverso modello economico non porterà agli stessi licenziamenti di massa che hanno avuto luogo negli anni Novanta, bensì all’esubero di «soli» 5-6 milioni di lavoratori, che verranno debitamente ricollocati. Insomma, per liberarsi dal circolo vizioso fatto di inquinamento, sovrapproduzione ( oversupply , ec- cesso di offerta), bolla immobiliare e investimenti che non tornano indietro, la leadership cinese cerca di muovere verso un diverso modello economico, ma al tempo stesso vuole farlo in maniera non trau- matica, per non destabilizzare il sistema e mante- nere la promessa di arricchimento. La Cina punta quindi a diventare «economia evo- luta» rivedendo il proprio ruolo di fabbrica del mondo. Meno quantità, più qualità; meno carabat- tole, più produzioni ad alto valore aggiunto; meno LUGLIO 2016 MC 39 © Chris 2010 Mingong e hukou DOSSIER MC CAMPAGNE E CITTÀ

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