Missioni Consolata - Luglio 2016

dei cardinali, temendo per la propria incolumità, elesse il cardinale Bartolomeo Prignano che prese il nome di Urbano VI. I cardinali francesi, però, il 20 settembre dello stesso anno, ci ripensarono e dichia- rarono non legittima l’elezione di Urbano. Riunitisi a Fondi, presso Latina, elessero un altro papa col nome di Clemente VII che però, con i cardinali suoi elettori, fu costretto a fuggire ad Avignone, dando origine allo «scisma d’occidente» con due papi. Ca- terina da Siena si schierò con Urbano VI. In questo clima giunse il giubileo del 1390 che nel- l’intenzione di papa Urbano avrebbe dovuto favo- rire la fine dello scisma e l’unità della Chiesa. Egli in- trodusse una novità di rilievo: ridusse ancora gli anni che intercorrevano tra un giubileo e l’altro. Con la bolla «Salvator noster unigenitus» (aprile 1389), in memoria degli anni di Cristo Signore, portò il tempo a 33 anni. Partendo, però, dal 2° giu- bileo del 1350, l’anno computato con il nuovo si- stema sarebbe stato il già passato 1383. Il papa, in via eccezionale, concesse che si celebrasse nel 1390, confermando l’inclusione della Basilica di S. Maria Maggiore tra le Basiliche giubilari. Urbano VI non fece in tempo a celebrare il suo giubileo perché morì il 15 ottobre 1389. Gli succedette Pietro Tomacelli che, assumendo il nome di Bonifacio IX, volle proseguire nella stessa linea del papa del 1° giubileo per affermare l’auto- rità della Chiesa e la sua totale indipendenza dal re- gno di Francia. Bonifacio fu l’unico papa che celebrò ben due giubilei: quello indetto dal suo predeces- sore, nel quale introdusse un’innovazione che avrà successivamente molto successo: la canonizzazione di santa Brigida, la pellegrina del giubileo del 1350, e il «suo», perché egli, smentendo la bolla di Ur- bano VI che cadenzava i giubilei ogni 33 anni, non volle rinunciare a celebrare quello secolare del 1400. Questo gesto fu fortemente «politico» perché con esso il papa intese mostrare al mondo intero la pie- nezza della sua potestà in contrapposizione con l’antipapa avignonese che però non desistette e non intense rinunciare alla sua nomina, per altro di- scussa. Bonifacio IX, che pure fu accusato di simonia e nepotismo, favorì la nascita e lo sviluppo di molte opere di assistenza per i pellegrini, come l’Ospizio Boemo e quello tedesco di Santa Maria dell’Anima, approvata personalmente dal papa. Avanti, si entra nella modernità Con il sec. XIV, come abbiamo già accennato, ci si av- viò velocemente all’uscita dal Medio Evo per entrare nell’età moderna, il cui apice fu l’umanesimo del sec. XV, detto per questo «secolo d’oro». Dopo meno di cento anni, nel 1492, Colombo sarebbe sal- pato da Palos in Portogallo, e la scia delle sue tre pic- cole navi avrebbe formato uno spartiacque straordi- nario tra «il prima» (medio Evo) e «il dopo» (la mo- dernità) oltrepassando per la prima volta e per sem- pre i confini dell’Europa che già era entrata in un lungo processo di transizione e di secolarizzazione. Quasi a fare da contraltare, come avviene sempre nei tempi di passaggio e d’instabilità, in genere tra un secolo e un altro e, a maggior ragione, tra un mil- lennio e un altro, si realizzarono due eventi: da una parte la Chiesa assunse una struttura «statale» nel tentativo di gestire il nuovo che avanzava con velo- cità impressionante, e dall’altra si formarono gruppi devozionali e penitenziali spontanei, non rassegnati a cedere il passato, la cui fine veniva interpretata, in chiave millenaristica, come fine del mondo. Nacquero «i penitenti flagellanti» che si diffusero come il vento per l’esigenza di una profonda purifi- cazione presente tra il popolo cristiano e avvertita anche da qualche membro della gerarchia. Nel 1399, alla vigilia del nuovo giubileo secolare del 1400, un gruppo di flagellanti partì da Genova col nome di «Bianchi», perché vestivano una tunica di quel colore, pellegrinando verso Roma per il per- dono dei peccati. Si diffusero in Toscana, in Umbria e nel Lazio, riscuotendo enorme successo. Il giubileo del 1400, segnando il passaggio tra due secoli e la transizione tra due mondi, dal Medio Evo all’Età Moderna con tutto quello che comportava d’insicurezza e di trapasso culturale, assunse i con- torni del «millenarismo» che esprime sempre con- notazioni apocalittiche, accettati dalle nuove con- fraternite come caratteristiche proprie. La corsa alla penitenza e alle indulgenze era assicurata. Lo stesso Bonifacio IX fu molto impressionato dalla devozione dei flagellanti e - si dice - anche dai miracoli che ac- compagnavano il loro passaggio, tanto da parteci- pare personalmente ad alcune loro manifestazioni. Come si evince da queste notizie molto approssima- tive e frammentarie, con il 1400 il giubileo diventò «un’altra cosa» da quelli descritti nella Bibbia. Si perse del tutto lo spirito e la prospettiva biblica, mai per altro realizzati anche presso gli Ebrei, e prese forma una celebrazione nemmeno evocativa di qualche evento, ma divenne una celebrazione pro- grammatica funzionale al momento storico o all’i- deologia, non tanto del papato in sé, quanto di cia- scun papa che si serviva dell’evento per rafforzare se stesso e la propria visione di «potestas». Paolo Farinella, prete [Storia del Giubileo-9, continua]. LUGLIO 2016 MC 31 MC RUBRICHE Volto Santo di Manoppello

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