Missioni Consolata - Luglio 2016
MC ARTICOLI LUGLIO 2016 MC 27 adottata dal fondatore di Singa- pore sin dal giorno della sua indi- pendenza. Prima di morire, da buon auto- crate, Kwan Yew si è assicurato che il potere restasse saldamente nelle mani della famiglia, mano- vrando affinché il posto di primo ministro passasse al figlio, Lee Hsien Loong, sin dal 2004, anno in cui il reddito pro capite del paese superò addirittura quello degli Stati Uniti. Questa mancanza di alternanza al potere ha causato una pericolosa assuefazione al totalitarismo e al rifiuto, anche di parte della popo- lazione più anziana, di aperture democratiche nel sistema. Oggi, però, Singapore deve co- minciare a fare i conti con il pro- prio futuro: il sistema scolastico, giudicato tra i migliori in Asia, ha formato una classe di nuovi citta- dini più colta e attenta ai muta- menti culturali e politici interna- zionali che difficilmente accetterà la politica assolutistica e dispotica del governo. Immigrazione e spazi La scarsa dimestichezza con il plu- ralismo rappresenterà una delle principali sfide per la nazione as- sieme ad altri due temi scottanti e strettamente correlati tra loro: l’immigrazione e la mancanza di spazio per una popolazione in continua crescita. Ai ritmi attuali e con una politica di attenta e severa pianificazione dei flussi migratori, la popola- zione di Singapore potrebbe, già nel 2030, subire una rivoluzione demografica. Attualmente, se- condo il dipartimento di Stati- stica, il 74,3% della popolazione singaporeana è di etnia cinese, seguita da quella malay (13,3%) e indiana (9,1%). Nel giro di tre lu- stri, però, metà della popolazione potrebbe essere composta da im- migrati, il che ha generato forti preoccupazioni, specie nella co- munità cinese, sfociate in manife- stazioni di protesta contro la poli- tica immigratoria imposta dal go- verno. Ad aumentare le tensioni ci sono state le dichiarazioni del ministro dell’Interno, Kasiviswa- nathan Shanmugam, il quale, commentando i recenti attacchi terroristici di Bruxelles, ha detto che, per quanto riguarda Singa- pore, non è più questione se ci sarà o meno un attacco terrori- stico, ma quando questo avverrà. Il segretariato per la Sicurezza na- zionale, l’organismo creato per combattere il terrorismo in città, ha smantellato con successo di- verse cellule locali di Jemaah Isla- miah , il movimento legato a Abu Sayyaf responsabile dell’atten- tato di Bali nel 2002 che causò la morte di 202 persone, ma ha an- che fatto sapere che altri militanti sono attivi in diversi paesi del Sud Est asiatico. Infine c’è il pressante e costante dilemma dell’aumento di popola- zione e del continuo bisogno di spazio. Nel 1965, all’atto dell’indi- pendenza, Singapore aveva 1,9 milioni di abitanti e una superficie di 581 kmq. Oggi, a cinquant’anni di distanza, la popolazione ha rag- giunto i 5.535.000 di abitanti, di cui solo il 61% (3,37 milioni) sono cittadini della repubblica. Per far fronte all’aumento demografico, principalmente dovuto all’immi- grazione, il governo ha avviato una imponente opera di bonifica, accrescendo le aree abitabili del 23% sino a raggiungere l’attuale
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