Missioni Consolata - Luglio 2016
gere la valle del Dadès e la città di Boumalne. Egli è disposto ad ac- compagnarci. È una proposta molto attraente: le zone sono in- tatte, non ancora raggiunte dal tu- rismo. In futuro, chissà… ... e «Il gladiatore» Quando arriviamo a Ouarzazate completiamo il giro che, come un grande anello, ci ha fatto cono- scere una parte delle terre ber- bere. La città è sede di studi cine- matografici importanti, dove sono stati girati molti film am- bientati nell’antico Egitto e anche il «Lawrence d’Arabia» di David Lean. Riprendiamo a salire lungo i tor- tuosi tornanti del Grande Atlante e ci accorgiamo che ha piovuto abbondantemente nei giorni scorsi. I prati e le montagne sono di un verde smeraldo che non avevamo visto passando di qui al- l’andata. Deviamo dalla strada principale per raggiungere lo Ksar ait-ben Haddu: borgo fortificato sulle pendici di un monte, in cima al quale sorge una torre di avvi- stamento e difesa. È un luogo ben noto agli operatori turistici, molto bello ma ampiamente rimaneg- giato. La parte più bassa, infatti, è stata costruita recentemente, ri- spettando per fortuna l’architet- tura tradizionale in mattoni e pa- glia, per girarvi dei film, tra cui scene del «Gladiatore». È ben vi- sibile l’arena in cui Russell Crowe mostra, in un momento dell’im- probabile storia hollywoodiana, le sue capacità combattenti. La scalata alla torre si rivela un’impresa: è l’una, c’è un sole davvero africano, e non abbiamo ancora mangiato niente. Ci aiuta, per fortuna, il vento fresco e deli- zioso offerto dagli 800 metri d’al- tezza del luogo. Una volta in cima, comunque, la vista è spet- tacolare. Si individuano ancora bene, a qualche chilometro di di- stanza, le sorgenti dove gli abi- tanti della città si recavano con gli asini per rifornirsi d’acqua. Oggi c’è l’acquedotto che ha eliminato questa dura incombenza. Percorriamo il tratto di strada che ci separa da Marrakech tra i pae- saggi montani già visti all’andata. In città ritroviamo il nostro deli- zioso e fresco riad (abitazione ur- bana tradizionale, ndr ). È una bella serata e ceniamo sul ter- razzo da cui si gode un grande pa- norama. Una cicogna, che si avvi- cina e, quando ci ha quasi rag- giunto, compie un’ampia virata, allontanandosi, è l’ultimo spetta- colo di questo viaggio. Paolo Bertezzolo modo di tutte le città del Sud del Marocco, con case di qualche piano, del consueto colore ocra, attraversata da una grande via centrale e immersa nel verde della valle del Draa. L’albergo, come tutti gli altri, è molto acco- gliente. È ricavato da una grande abitazione tradizionale e ha un giardino lussureggiante e verdis- simo. Charles de Foucauld... L’indomani è l’ultima tappa del viaggio. Dopo alcune ore ci coglie una nuova sorpresa. In un posto di ristoro lungo la strada, dove ci siamo fermati per bere qualcosa, scopriamo, appeso alla parete, un quadretto in cui è incorniciato uno scritto. Ricorda che qui è passato Charles de Foucauld quando, tra il 1883 e il 1884, ha percorso il Ma- rocco, allora interdetto ai cristiani, facendosi passare per un rabbino ebreo. Aveva lasciato la prece- dente vita militare dissipata ed era alla ricerca di se stesso: quella che lo avrebbe portato, qualche anno dopo, alla scelta religiosa. Da qui ha attraversato il Jebel Sarho, di cui si intravedono le propaggini, visitando villaggi e zone mai esplo- rati da un europeo. Volendo, mi dice Hassan, si può ripetere il suo viaggio e, in alcuni giorni, raggiun- MAROCCO 22 MC LUGLIO 2016 # Ksar Ait Ben Haddou. Città fortificata ( ksar ), lungo la rotta carovaniera tra il deserto del Sahara e la città di Marrakech. Si trova sul fianco di una collina lungo il fiume Ouarza- zate. La cittadina antica è protetta dall’Une- sco come Patrimonio dell’Umanità.
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