Missioni Consolata - Luglio 2016

mane luminoso. Incrociamo dro- medari e pecore che brucano i radi cespugli, e qualche pastore che cammina solitario in lonta- nanza. In alcuni punti si alzano rocce levigate dai venti che ricor- dano quelle dell’Arizona. Infine entriamo nella valle del Draa, il fiume più lungo e importante del Marocco, formato dalla con- fluenza del Dadès, che abbiamo incontrato nei giorni precedenti, e dell’Imini. È verdissima e ricca di palmeti. Gli abitanti possiedono appezzamenti, che coltivano per la propria sussistenza. Raccolgono i datteri, producono ortaggi e frutta. Ma le proprietà sono pic- cole e non bastano a soddisfare le esigenze di famiglie numerose. Da anni, quindi, almeno un membro della famiglia emigra, nelle città del Nord e in Europa. Con le ri- messe che manda a casa, si riesce a tirare avanti. Questa agricoltura di sussistenza crea però un serio problema. Per irrigare i propri ap- pezzamenti, i contadini hanno in- stallato pompe che prendono l’ac- qua dal fiume. Sono talmente tante che ormai l’acqua comincia a scarseggiare. Il governo ha po- sto limiti severi al consumo, ma non è facile farli rispettare, anche perché, al momento, non paiono esserci alternative. La kasbah Oulad Othmane Prima di arrivare all’albergo visi- tiamo la kasbah Oulad Othmane, una delle più antiche e caratteri- stiche tra le oltre 200 che costel- lano la valle del Draa. Costruita nel Settecento da un potente pa- scià, è abitata ora dai suoi discen- denti, ridotti quasi in povertà. È affascinante nella sua spoglia es- senzialità. Non ci sono decora- zioni, né marmi, né altri materiali che siamo abituati a vedere nelle dimore signorili. È completa- mente nuda, tutta di terra e pa- glia. Solo un quadro, di ingenua fattura, mostra lo splendore di un tempo: il pascià, attorniato dalla sua corte, mentre riceve sudditi e vassalli, in una sala che oggi ap- pare povera e buia. Eppure que- sto palazzo è importante dal punto di vista storico e architet- tonico: non è stato rimaneggiato, e si conserva quindi perfetta- mente integro nella sua struttura. Attraversiamo Zagora, che è una città moderna, costruita nel parcheggio, in un altro grande spiazzo, vi sono altri asini, perfet- tamente bardati. Chiedo se anche quelli sono lì parcheggiati. «Sono in vendita», mi spiega Hassan. «Già tutti bardati?», domando sorridendo. «Come dite voi?», mi risponde la guida, «si comprano “chiavi in mano”». La valle del Draa Dopo aver visitato anche noi il mercato, torniamo all’auto. Ci aspetta un lungo trasferimento fino a Zagora (nella regione di Souss-Massa-Draâ, ndr ). I colori del paesaggio cambiano. Lo ave- vamo già notato nei giorni scorsi, ma qui il deserto si trasforma in modo stupefacente: dal rosso vivo, uguale a quello dei nostri campi da tennis, al nero, al verde delle pietre che lo costellano e delle rocce dei monti sullo sfondo. L’aria è tersa e il cielo, anche quando si annuvola, facendo ca- dere un po’ di pioggia sottile, ri- • Deserto | Fortezze | Commerci • MC ARTICOLI # Da sinistra: l’itinerario del viaggio di Paolo Bertezzolo. | Le Gole del Todra, canyon della zona orientale dell’Alto Atlante, vicino alla città di Tinerhir. | Il deserto di sabbia dopo Merzouga. | Sotto : il «parcheggio» degli asini vicino al mercato della città di Rissani.

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