Missioni Consolata - Luglio 2016

LUGLIO 2016 MC 19 MARoCCo Testo e foto di PAOLO BERTEZZOLO P artiamo di nuovo e ab- bandoniamo la strada principale per risalire il fiume, fino alle Gole del Todra: impressionanti muraglie che superano i trecento metri e si innalzano come pilastri di una porta monumentale. Poi, tornati indietro, riprendiamo la strada. Attraversiamo palmeti e villaggi in cui sorgono numerose kasbah . Con questo nome i berberi indi- cano le fortezze in cui risiedevano un tempo i signori locali con le loro corti e i loro armati. Ce ne sono moltissime, testimonianza della società feudale e tribale di un tempo. A Tinejdad (nella re- gione di Meknès-Tafilalet, ndr ) la- sciamo di nuovo la via principale, inoltrandoci nel deserto che, dopo Touroug, diventa sabbioso. Lungo una pista che solo l’autista riesce a scorgere in questa im- mensa e uniforme distesa, rag- giungiamo Merzouga, dove si trova l’albergo. Lì ci attendono i dromedari, a dorso dei quali, dopo circa un’ora tra dune di sab- bia altissime su cui saliamo e di- scendiamo mettendo a dura prova la schiena e i nostri addo- minali poco allenati per mante- nerci in sella, arriviamo in un campo berbero. È circondato da dune alte decine e decine di me- tri. Nel silenzio interrotto solo dal vento della sera e da qualche verso dei dromedari, ci siste- miamo nelle tende. Sono tende di nomadi, prive delle comodità per turisti che abbiamo trovato in al- tri viaggi. Poi, sotto un cielo così terso che si possono vedere bril- lare le stelle nonostante la luna, ceniamo seduti attorno al fuoco. Si riconoscono benissimo Marte, grande e rosso, e la Croce del Sud. Ma lo spettacolo più affasci- nante è quello del mattino. Ci svegliano presto. Scalata la duna orientale, ci sediamo assistendo all’alba. Dal deserto sorge una luce bianchissima che si fa rapida- mente sempre più luminosa ed estesa, finché un sole bianco e splendente si mostra come un’apparizione. Tra le (poche) albe e i moltissimi tramonti cui abbiamo assistito, questa è la più REpoRtAgE dAl pAEsE noRdAFRiCAno (seconda parte) UNA SPOGLIA ESSENZIALITÀ # Kasbah Ben Moro, a Skoura. Anche la stabilità delle antiche cittadine fortificate è fatta di elementi precari come la terra mista a paglia. Mentre la precarietà delle tende berbere offre un sentimento di sicurezza, di contatto con le cose essenziali. E al termine di un breve viaggio si pos- sono avere «incontri» inaspettati: da Charles de Foucauld al «gladiatore».

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