Missioni Consolata - Luglio 2016

HAITI «Ho partecipato all’incontro di Aparecida nel 2007 (V Conferenza dell’episcopato latinoamericano, 13-31 maggio), dove ci siamo resi conto di alcuni aspetti, sul piano pastorale. La fede, per noi catto- lici, necessita di un approfondi- mento continuo, affinché diventi adulta. Ci sono cattolici corag- giosi, ma con una fede non molto profonda. È una delle ragioni che portano alcuni a scivolare verso altre religioni, o altre confessioni cristiane. Questo fatto è anche associato a una mancanza di for- mazione. La dottrina cristiana è una delle più complicate. Ab- biamo la trinità, l’incarnazione, l’immacolata concezione, l’assun- zione, la redenzione, cose difficili da spiegare. Ero a Miami recente- mente, e ho incontrato dei lati- noamericani molto attratti dall’i- slam, perché è una religione fa- cile. Da qui sorge la domanda: come dare una formazione ai no- stri cristiani, in modo umano e di- retto? Nella mia diocesi, in tutte le par- rocchie, abbiamo creato quello che in creolo chiamiamo scuole “ konnessans lafwa ” (conoscenza della fede). Otto moduli di forma- zione, per conoscere la fede: da dove viene, come viverla, le grandi verità. Se fosse stato un uomo a fondare la religione sarebbe a ta- glia umana, e più facile da spie- gare. Gesù è venuto per salvarci, per portare una buona notizia, non per fondare una religione. Ma questa, se è rivelata, diventa diffi- cile abbordarla umanamente». Un altro aspetto molto caro al prelato è la «chiesa comunità»: «Promuoviamo le cellule parroc- chiali di evangelizzazione. Ce ne sono in Italia, a Milano. Papa Francesco ne ha parlato. Si tratta di una replica delle comunità ec- clesiali di base (Ceb) dell’America Latina. Io ci credo molto, perché rispondono a una grande que- stione: tra i cattolici abbiamo una pastorale più funzionale che rela- zionale. Voglio dire: si va in chiesa ma poi nella comunità non ci si conosce, non c’è una condivisione di fede. È funzionale, nel senso che il prete ha la sua funzione, ci sono i sacramenti, ma poi la rela- zione di fede tra vicini non c’è. La pastorale relazionale è qual- cosa della chiesa primitiva. Si va a messa e si crea un gruppo che continua a incontrarsi dopo. Que- ste vogliono essere le cellule, una nuova espressione delle ceb, che noi chiamiamo in creolo « ti fanmi legliz » (piccola famiglia della chiesa). In questo modo vogliamo rinforzare la fede dei nostri catto- lici qui nel Nord Ovest». Marco Bello Abbiamo, inoltre, una certa ten- denza che porta ad avere troppi partiti politici: un centinaio hanno corso per la presidenza. È anor- male. Ci sono associazioni che si trasformano in movimenti politici e poi candidano qualcuno. Tutto ciò avviene senza preparazione, organizzazione e strutturazione. Credo che quello che ci vorrebbe per i partiti politici è che possano organizzarsi e federarsi, per averne 5 anziché 50, in rappre- sentanza delle diverse tendenze. Così il popolo avrà più facilità a scegliere». Scuole «di fede» La diocesi di Port-de-Paix coincide con il territorio amministrativo del Dipartimento Nord Ovest di Haiti. È l’area più povera del paese, e meno collegata con la ca- pitale, in quanto le due strade di accesso sono sterrate e impervie. La parte più a Ovest viene anche definita Far West sia a causa della difficoltà di accesso, sia del pae- saggio semidesertico e punteg- giato di enormi cactus. Qui la mal- nutrizione infantile è una realtà. # Sotto : tipico paesaggio del Nord Ovest. Muovendosi verso occidente gli alberi lasciano il posto ai cactus.

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