Missioni Consolata - Luglio 2016
16 MC LUGLIO 2016 hanno avuto la gestione». Anche i fondi per la chiesa non sono stati gestiti dalla Conferenza episcopale locale, ma dalle chiese sorelle di Usa, Francia e Germania tramite la struttura Proximité Catholique avec Haiti et son église , «Proche», in sigla, che in francese significa «vicino». In questo modo i tempi delle realizzazioni sono di- ventati molto lunghi, perché per qualsiasi operazione occorre l’ap- provazione delle conferenze epi- scopali straniere. «Quello che si sarebbe dovuto fare secondo me sarebbe stato porsi la domanda: perché c’è stato un così grande crollo di case? Forse c’è qualche problema nel modo in cui co- struiamo. La mia idea era quella di formare i professionisti della co- struzione, dai muratori agli inge- gneri, nei metodi della costruzione antisismica». Il vescovo sta infatti lavorando per mettere in piedi nella sua diocesi una cellula di per- sone con competenze nella co- struzione antisismica. Un altro aspetto importante, che solo in parte è stato realizzato è il decentramento dei servizi, dalla capitale Port-au-Prince ai diparti- menti. «A livello educativo il ministero dell’Educazione ha fondato uni- versità pubbliche in molti diparti- menti. E questo aiuta il decentra- mento accademico. Lo stato ha utilizzato le risorse della chiesa, perché molto spesso i rettori di queste università sono preti. È successo a Port-de-Paix, Gonai- ves, Les Cayes». Ma purtroppo alcune misure im- portanti non sono state prese, a cominciare dalla creazione di pos- sibilità abitative in provincia. «Co- struire villaggi nei dipartimenti avrebbe aiutato la gente a fer- marsi nei luoghi in cui era sfol- lata. Ma purtroppo è successo il contrario. Sono stati fatti annunci di ricostruzioni a Port-au-Prince. Così chi aveva lasciato la capitale vi è tornato in cerca di abitazione, e addirittura chi non ci viveva prima ci è andato in cerca di for- tuna. Il terremoto ha quindi con- tribuito a sovrappopolare ancora di più Port-au-Prince. E questo per mancanza di visione dei poli- tici. Costruire in provincia avrebbe anche creato lavoro». Una chiesa «mediatrice» La chiesa cattolica ha avuto un ruolo molto importante per fare uscire il paese dalla crisi politica del 2013 e accompagnarlo verso le elezioni del 2015, seppure que- ste non siano andate poi a buon fine ed è oggi in corso una transi- zione verso nuove elezioni (cfr. MC aprile 16). Monsignor Paulo, in veste di vice presidente della Ceh, ha parteci- pato agli incontri sul dialogo inter haitiano detti di «El Rancho», dal nome dell’hotel dove si sono te- nuti nel gennaio 2014. «C’è qual- cosa di fondamentale nelle rela- zioni tra haitiani - ci spiega il mon- signore -, sia tra governanti e go- vernati, sia tra gli stessi partiti po- litici, che ci impedisce di andare avanti: una mancanza profonda di fiducia. È la storia di un popolo che è sempre stato deluso da chi lo governava». La chiesa, cosciente del pro- blema, ha voluto provare a met- tere gli haitiani uno di fronte al- l’altro, per sanare tutti i rancori, con un’«operazione verità». «Per gestire il nostro paese, cosa si deve fare? Si sente che c’è qual- cosa che non va. Tutti chiedono il cosiddetto dialogo, sedersi in- torno a un tavolo e dire le cose come stanno tra di noi haitiani. Ma se non ci sarà l’occasione di fare questo chiarimento, i pro- blemi saranno sempre gli stessi. Lo abbiamo visto sotto i regimi precedenti e poi con Aristide, Préval, Martelly e ancora con Pri- vert. Questi è il presidente prov- visorio appena nominato, con il quale ci sono già dei problemi. Sono questioni ricorrenti, struttu- rali, non congiunturali». A inizio 2014 la chiesa ha dunque accettato di giocare il ruolo di mediatrice. Si trattava di sbloc- care la creazione del Consiglio elettorale provvisorio e di orga- nizzare le elezioni generali, in ri- tardo di anni. Le consultazioni av- venute il 9 agosto e poi il 25 otto- bre 2015, si sono nuovamente in- HAITI # Pagina precedente : vista di Port-de-Paix con la leggendaria isola della Tortuga dall’alto del quartiere Myriam. # A fianco: la nuova chiesa Notre Dame de Fátima e la via principale della città. # A destra: uno scout di Port-de-Paix. Gli scout sono tra i gruppi giovanili cattolici più attivi, presenti ad Haiti da cento anni.
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