Missioni Consolata - Giugno 2016
T ra i laici che ebbero frequenti contatti con l'Allamano e manifestarono grande ammirazione per lui si devono annoverare tutti i componenti della famiglia Franchetti, composta dai genitori e da sei fi- gli: due maschi, entrambi sacerdoti, e quat- tro sorelle. Il padre morì giovane. L'Allamano sostenne la famiglia e fu confessore della mamma e delle figlie. Intervenne per convin- cere la mamma perché accettasse che il fi- glio Pietro si laureasse in scienze naturali, cosa eccezionale per un sacerdote di allora. La stima della famiglia Nella famiglia Franchetti l'Allamano era sti- mato come un santo. La sua parola era deci- siva, come attestarono le sorelle Giovanna e Teresa: «E così in famiglia: “Lo ha detto il ca- nonico Allamano”, era tutto detto, e si ubbi- diva con cuore sereno e fiducioso». Il figlio Pietro attestò in seguito: «L'Allamano dimo- strò la sua gentilezza d'animo con la mia po- vera mamma, che era sua penitente, special- mente sul letto di morte, dove la assistette in modo mirabile. Le parlava della morte in tal modo che non le faceva più paura: “Vi darò un bel sacramento che vi porterà tanta felicità”, e così le amministrò l'Unzione degli infermi». E le figlie: «Morta la mamma, l'Alla- mano fu il nostro grande e vero consolatore. Vedendo la nostra desolazione, ci radunò, ci parlò come sa parlarci un santo, e concluse con questa frase che più non abbiamo di- menticato: “Lo spirito della mamma vostra aleggia qui in mezzo a voi!”». Il «Laboratorio della Consolata» In particolare, l'Allamano sostenne efficace- mente l'opera del «Laboratorio della Conso- lata» fondato dalle sorelle Giovanna e Giu- seppina. Si deve riconoscere la grandezza di vedute dell'Allamano per avere incoraggiato e sostenuto un'opera in quel tempo non da tutti apprezzata nell'ambiente ecclesiastico torinese, perché considerata piuttosto fri- vola. Le due sorelle Franchetti si resero conto che a Torino lavoravano circa 20 mila sarte, in si- tuazioni difficili. Provenivano in particolare dalle compagne. Nella maggior parte dei grandi laboratori di sartoria il riposo festivo era desiderio vano, le ore di lavoro spesso eccedevano qualunque più forte resistenza fisica. Le due sorelle vollero rimediare a questa si- tuazione e offrire migliori condizioni sociali e religiose. Il laboratorio fu inaugurato il 3 aprile 1899 con una Messa al santuario della Consolata. Il bollettino «La Consolata» ne diede notizia: «Lo scopo del Laboratorio è di educare cristianamente le sarte, le quali poi a suo tempo, divenute padrone di sartorie, osservino il riposo festivo. Il Rettore del San- tuario ha consentito di buon grado che pren- desse il nome della Consolata, e di più de- stinò per la sala del lavoro un bel quadro, ri- traente con rara perfezione l'immagine mira- colosa della nostra celeste patrona». L'opera dell'Allamano in questa iniziativa fu più effettiva che appariscente, come era suo solito. Lo attestarono in seguito le sorelle Giovanna e Teresa: «Il Laboratorio della Con- solata vuole pure far conoscere l'imperitura sua riconoscenza al venerato canonico Alla- mano, che fu per più di 20 anni il consigliere illuminato del laboratorio; il benefattore ge- neroso, sia nell'ordine temporale, sia in quello spirituale, consacrando alla direzione del laboratorio un tempo per lui tanto pre- zioso. Si potrebbe a ragione chiamarlo “Confondatore”, nel senso che senza di lui il laboratorio non si sarebbe certamente fon- dato». «Per noi dunque il Canonico Allamano fu il vero padre, il grande benefattore spirituale e materiale, e la sua memoria conserviamo viva nei nostri cuori, e il suo nome invo- chiamo perché presso il trono della SS. Ver- gine Consolata ci ottenga quelle grazie che sono necessarie a noi e a quel laboratorio che gli stava tanto a cuore». P. Francesco Pavese LA SARTORIA DELLA CONSOLATA la voce dei testimoni GIUGNO 2016 MC 75
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