Missioni Consolata - Giugno 2016
GIUGNO 2016 MC 69 RIFLESSIONI E FATTI SULLA LIBERTÀ RELIGIOSA NEL MONDO - 34 Testo di Alessandro Ferrari LibertàReligiosa MOSCHEE NEGATE L’ apertura di un luogo di culto è sempre materia simbolica e, non di rado, delicata. Simbolica per- ché il luogo di culto rende evi- dente nello spazio pubblico l’esi- stenza di una comunità che si riu- nisce intorno a principi e valori non necessariamente condivisi da tutti. Delicata perché interpella le altre componenti sociali: dalla so- cietà civile alle istituzioni pubbli- che alle altre comunità religiose, a partire, nel contesto italiano, dalla chiesa cattolica. Non «se», ma «quali» luoghi di culto A seconda delle vicende che ac- compagnano la sua apertura, il luogo di culto (in questo caso mu- sulmano) può divenire strumento di integrazione culturale, sociale e civile, oppure di ghettizzazione, di chiusura, emarginazione e iso- lamento. In Italia i luoghi di culto musulmani rischiano di vivere più la seconda esperienza negativa che la prima positiva. Questo per- ché alla quantità dei luoghi mu- sulmani presenti sul territorio, non ne corrisponde una uguale qualità. Infatti, dei circa 800 cen- siti, soltanto sei (Segrate, Brescia, Colle Val d’Elsa, Roma, Ravenna e Catania), o poco più, possono es- sere identificati come vere e pro- prie moschee. Gli altri sono sem- plici «sale di preghiera» collocate in capannoni, garage, seminter- rati, magazzini e palestre. Luoghi riadattati e, non di rado, in condi- zioni poco dignitose e disagiate. La questione, dunque, non è se aprire luoghi di culto musulmano in Italia (perché ci sono già), ma quali luoghi di culto musulmani vuole avere l’Italia: per l’esclu- sione o per l’integrazione? Il carattere laico dello stato La Costituzione, nell’interpreta- zione costante e sempre più ap- profondita della Corte Costituzio- nale, impone una scelta precisa: il luogo di culto è espressione del diritto di libertà religiosa. Lo stato centrale (dettando le norme fon- damentali), e le regioni (predispo- nendo la legislazione di detta- glio), hanno il dovere di garantire a tutti i gruppi religiosi questo di- Paul Birnie/Flickr.com In Italia la questione dei luoghi di culto musul- mani è all’ordine del giorno. Diverse regioni e città vi si confrontano. È impossibile passare sotto silenzio l’ormai stabile radicamento di circa due milioni di fedeli musulmani. E questo porta con sé la necessità di affrontare anche la questione della loro libertà religiosa. Partendo da una delle esigenze più essenziali: la disponibilità di luoghi in cui svolgere e cele- brare in forma collettiva la preghiera, le festività e le altre attività e prati- che essenziali per la loro vita comunitaria.
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