Missioni Consolata - Giugno 2016
acqua e danneggiato la produ- zione agricola, la pesca e le atti- vità economiche legate alla fore- sta. Dal novembre 2015 l’Indone- sia, terzo paese produttore di riso al mondo, ha iniziato a importare riso per garantire le scorte alla sua popolazione. La siccità, inoltre, ha indirettamente aggravato la piaga degli incendi che hanno distrutto finora due milioni di ettari di fore- sta, provocando infezioni respira- torie causate dal fumo a oltre mezzo milione di persone. Gli esperti indonesiani calcolano che lo smog generato da questi in- cendi provocherà perdite econo- miche per 14 miliardi di dollari fra produzione agricola e foreste dan- neggiate, danni alla salute, ai tra- sporti e all’industria turistica. Davanti agli effetti di questa on- data di siccità, pensando anche agli altri fenomeni climatici che periodicamente infliggono gravi perdite umane ed economiche al pianeta, in molti si chiedono quali gli affluenti sono secchi, morti», ha detto all’agenzia Dário Kope- nawa, coordinatore delle politiche pubbliche dell’associazione yano- mani Hutukara e figlio dello sto- rico leader indigeno Davi Kope- nawa Yanomami. Gli incendi sono frequenti e il fumo che invade le aldeias , i villaggi, causa problemi respiratori specialmente ai bam- bini. Secondo Dário Kopenawa, gli effetti di El Niño si sommano a quelli della distruzione sistema- tica delle risorse naturali e dei danni ambientali provocati dai cercatori d’oro. Anche a Raposa Serra do Sol, cin- quecento chilometri più a Nord, gli abitanti raccontano di siccità e difficoltà inedite: secondo Geiza Duarte, indigena macuxi, per pro- curarsi l’acqua necessaria per cu- cinare e per l’igiene personale, le famiglie camminano per undici chilometri fino alla comunità vi- cina, dove ancora si trova acqua. Fortunatamente, almeno per Ro- raima, i nostri missionari ci con- fermano il ritorno di piogge ab- bondanti, anche con allagamenti, da aprile. Rischio rifugiati ambientali? Anche l’Asia è in difficoltà. In In- donesia, ad esempio, in sedici province su trentaquattro la sic- cità ha ridotto la disponibilità di saranno in un futuro tutt’altro che lontano le conseguenze in termini di migrazioni umane. Non esiste una categoria giuridi- camente riconosciuta per i rifu- giati, o profughi, ambientali. E sul fenomeno della migrazione cau- sata da condizioni ambientali non ci sono statistiche univoche. Tut- tavia, a detta dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim) il fenomeno sta assumendo una rilevanza che sarà impossibile non tenere in considerazione. Le previsioni future, si legge sul sito dell’Oim, variano dai venticinque milioni al miliardo di migranti am- bientali entro il 2050 che si spo- steranno sia all’interno del pro- prio paese che oltre confine, in modo temporaneo o perma- nente. La cifra più frequente- mente citata nelle previsioni è duecento milioni, numero che eguaglia la stima attuale dei mi- granti internazionali nel mondo». Chiara Giovetti Cooperando… 5X1000 A MCO CF 97615590011, PERCHÉ SÌ 68 MC GIUGNO 2016 © AfMC / José Ponce de Leon
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