Missioni Consolata - Giugno 2016

62 MC GIUGNO 2016 Sulle prime gli diamo retta, ma poi capiamo che se li sta inven- tando: a ogni risposta, aggiunge squillanti risate. Acqua nel deserto In questo deserto sabbioso incon- triamo tende davanti alle quali nonne magre, col volto asciutto e rugoso su cui sono ancora visibili i segni di una fiera bellezza, sorve- gliano bimbi dagli occhi nerissimi e luminosi. Attendono le mamme, che si sono recate in un’oasi piuttosto lontana a lavare i panni. Ogni tanto sono visibili le tracce di altri nomadi. Hanno lasciato qua e là, sotto piccole tettoie molto rustiche, dei vestiti, del cibo per gli animali, della legna accanto a bassi forni di mattoni essiccati al sole, sicuri che quando torneranno, troveranno tutto in ordine, conservato per la sosta. Non lontano da questi se- gni antichi si scorgono le condut- ture di un moderno acquedotto. Il Marocco sta cercando di portare l’acqua anche nel deserto. Con incentivi al- lettanti incoraggia i gio- vani a coltivare i terreni resi fertili. Nelle tappe precedenti del nostro viaggio abbiamo infatti fa l’altro e i due si corrono incon- tro, si abbracciano, ridono e par- lano rumorosamente tra loro. Del resto, non si vedono ogni giorno e i turisti possono ben pazientare. Abdullah si lancia in spericolate manovre sul dorso delle dune. Sale, scende, compie giravolte degne di un campione. E ride tutto contento. «Io amo la vita», ci grida. Così anche noi ci lasciamo influen- zare. Gli chiediamo i nomi dei radi alberi e delle splendide piante fiorite che incrociamo. di portare l’ordine e il denaro ad alcuni suoi amici che compre- ranno il pane e lo porteranno ad Hamed con i soldi avanzati. «Dun- que conosci bene Hamed», gli chiediamo. «No, non l’avevo mai visto prima». Nel deserto, spiega, tra i berberi, ci si comporta così. Chiunque, quando ha bisogno di qualcosa, sa di poter contare sul- l’aiuto degli altri. Non c’è nep- pure l’ombra del sospetto che uno possa approfittarne, man- cando di parola o abbandonando l’altro nel bisogno. «Io oggi lo aiuto perché lui ha bisogno di me, e so che, anche se non ci cono- scevamo prima, quando ci incon- treremo di nuovo, pure tra dieci anni, e fossi io ad avere bisogno di lui, Hamed si ricorderà di me e mi aiuterà». «Io amo la vita» Abdullah è un ragazzone espan- sivo e gioviale. Ogni volta che in- crociamo un altro fuori strada che porta i turisti lungo queste piste, si scatena: strombazza, si sbrac- cia, lancia gioiose grida di saluto, rivolte agli autisti, che sono tutti suoi amici. Quando ne incontra qualcuno che lo è più degli altri, si ferma, incurante di noi. Lo stesso # In senso orario : Hamed vende fossili nel deserto. | Donne al lavoro nella coopera- tiva femminile che produce olio di Argan. | La moschea di Koutoubia a Marrakech. | Anziana donna con i nipotini nel deserto di Merzouga. Ben Freeman/Flickr.com © Paolo Bertezzolo MAROCCO © Paolo Bertezzolo

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