Missioni Consolata - Giugno 2016

MAROCCO 60 MC GIUGNO 2016 N el punto di maggiore vicinanza dell’Africa al- l’Europa, lo Stretto di Gibilterra misura ap- pena 14 km. Ma il Regno del Marocco, tra i paesi del Nord Africa, è quello più vicino all’Eu- ropa non solo per questioni geografiche, bensì an- che per la sua politica economica che fa dell’U- nione europea il suo primo partner commerciale, e per la sua politica estera che l’ha portato, ad esem- pio, a istituire con l’Ue un tavolo di cooperazione per la lotta al terrorismo, alle migrazioni clande- stine, al traffico di droga. Altra forte partnership del paese con l’area «occidentale» del globo è quella con gli Usa: economica e commerciale, ma anche militare e politica, soprattutto dopo l’11 set- tembre 2001, grazie alla collaborazione offerta da Rabat a Washington sul fronte della lotta al terro- rismo islamista che ha fruttato al regno maroc- chino la definizione di «maggiore alleato Usa tra i paesi non Nato». Oltre al versante occidentale il Marocco è impegnato nella tessitura di relazioni con molti paesi di tutto il mondo: dalla Turchia alla Tunisia, dalla Giordania alla penisola arabica, fino all’India, alla Cina e al Giappone. Il lento processo di democratizzazione del paese, che ha visto le sue prime elezioni politiche davvero libere solo nel 1997, sembra avere accelerato con le cosiddette «Primavere arabe» del 2011, quando il re Mohammed VI è stato spinto a cambiare la Co- stituzione in favore di un nuovo (seppure ancora insufficiente) ridimensionamento dei propri poteri in favore delle altre istituzioni nazionali. I l Marocco, colonia spagnola e francese, divenne indipendente nel 1956. Muhamad ibn Yusuf, sul- tano dal 1927, prima di assumere il titolo di re Mohammed V nel 1957, organizzò lo stato in una mo- narchia costituzionale nominando un governo gui- dato dal filomonarchico Partito dell’indipendenza Il regno marocchino tra islamisti, occidente e pretese territoriali Lentamente, verso la democrazia # Qui : un cartellone pubblicitario in strada mostra il primo piano del re Mohammed VI. # Accanto : l’attuale premier del governo ma- rocchino Abdelilah Benkirane, leader del partito islamico moderato Giustizia e svi- luppo. # A destra : il territorio del Sahara occidentale conteso tra Marocco e Frente Polisario (Re- pubblica araba democratica Sahrawi). Nel corso degli anni 80 il controllo da parte del Marocco si è gradualmente esteso. Le linee colorate indicano i muri costruiti dal go- verno marocchino per difendere il confine dal Frente Polisario, il cui territorio è colo- rato di giallo chiaro. mhobl/Flickr.com (Istiqlal). Nel 1960 il re assunse anche la carica di primo ministro, che, alla sua morte nel 1961, passò, come la corona, al figlio Hasan II. Il nuovo re rimase al potere per 38 anni. Nel 1962 venne emanata la Co- stituzione che, sebbene attribuisse poteri alle diverse istituzioni, tra cui quello legislativo a un parlamento bicamerale, di fatto lasciò mano libera al sovrano. Fin dall’indipendenza il Marocco aveva portato avanti rivendicazioni territoriali sulla Mauritania, su alcuni territori dell’Algeria Sud occidentale e sul Sahara Spagnolo. Abbandonate quelle sulla Mauritania nel ’69 e raggiunto un accordo con l’Al- geria nel ’70, rimaneva aperta la questione del Sahara Spagnolo. Benché l’Onu avesse ricono- sciuto al popolo berbero Sahrawi, che vi abitava, il diritto alla costituzione di un proprio paese, la Spagna stipulò nel 1975 un accordo con Marocco e Mauritania per la spartizione di quello che da al- lora si chiamò Sahara Occidentale. Questo scatenò l’opposizione dell’Algeria, che rafforzò il proprio sostegno al Frente Polisario, il movimento di libe- razione del popolo Saharawi che l’anno dopo, in esilio ad Algeri, proclamò la Repubblica araba de- mocratica Sahrawi (Rasd). Nel 1979, quando la Mauritania firmò il proprio trattato di pace col Frente Polisario, il Marocco occupò il resto del ter- ritorio. Nel 1991, dopo quindici anni di una guerra che aveva provocato già 15mila vittime, ci fu un cessate il fuoco facilitato dall’Onu, al quale sarebbe dovuto seguire un referendum di autodetermina- zione, ma ancora oggi quel referendum non è stato fatto, e le ostilità proseguono, così come le tensioni tra il Marocco e la vicina Algeria. Sul fronte interno, le difficoltà economiche date anche dallo sforzo bellico, le politiche liberiste del governo e il sostegno agli Usa nella prima guerra del Golfo diedero il via a manifestazioni di protesta popolare, scioperi e disordini che si ripeterono nei

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