Missioni Consolata - Giugno 2016

timo periodo quello della concor- renza proveniente dall’estero. La catena statunitense Burger King, ad esempio, ha deciso di rad- doppiare entro i prossimi cinque anni i punti vendita presenti sull’i- sola, portandoli a otto. Beard Papa, franchising giapponese spe- cializzato in bignè alla crema, ha appena aperto un negozio a Dili e ne avvierà altri quattro a breve. L’australiana Gloria Jean’s Coffee ha in programma di espandere la sua per ora modesta presenza e anche l’olandese Heineken ha ini- ziato le procedure per costruire una fabbrica di birra in loco. La speranza degli imprenditori stra- nieri è quella di attrarre non solo i turisti ma anche gli abitanti più giovani, inevitabilmente influen- zati dallo stile di vita e di consumo occidentali. TIMOR EST 54 MC GIUGNO 2016 Scheda politica La povertà generamostri Scheda demografica e religiosa Cattolici al 90 per cento D ivenuto realmente indipendente solo nel 2002, dopo essere stato per secoli colonia del Portogallo e dopo 25 anni di occupa- zione da parte delle truppe Indonesiane, Timor Est è oggi uno degli stati più poveri del pianeta. L’isola si colloca al 152esimo su un to- tale di 193 nella lista dei paesi più ricchi, con un Pil che non raggiunge i 5 miliardi di dollari, un’economia devastata da decenni di guerra e una popolazione che per l’80% continua a vivere di agricoltura. La mi- seria e l’arretratezza hanno generato nella popolazione un profondo malessere, esploso già all’indomani dell’indipendenza con violente manifestazioni di piazza, duramente represse dalle forze dell'ordine. Gli anni successivi sono stati caratterizzati da frequenti contrasti et- nici tra le diverse comunità, finché l’acutizzarsi degli scontri, che hanno coinvolto anche l’esercito, ha portato il paese, agli inizi del 2006, sull’orlo del caos, costringendo l’allora primo ministro Mari Alkatiri a dimettersi. La carica di capo dell’esecutivo è stata assunta da José Ramos Horta, premio Nobel per la pace nel 1996, incaricato di creare le condizioni per una pacificazione nazionale. Nel 2008 un gruppo di militari ribelli ha tentato un golpe, attentando alla vita di Ramos Horta, divenuto nel frattempo presidente, e del premier Xa- nana Gusmão. Da febbraio 2015 il primo ministro è Rui Maria de Araujo. Il presidente della repubblica è Taur Matan Ruak, ex leader della guerriglia antindonesiana, che ha vinto le presidenziale nel 2012. Pa.To. T imor Est ha una popolazione di 1,2 milioni di abitanti, divisa in vari gruppi etnici, fra cui quelli principali sono il malese-poline- siano e il papuano. Del primo fanno parte i Tetum, i Mambai, i Tukudede, i Galoli, i Kemak, e i Baikeno. Sono invece appartenenti al secondo i Bunak, i Fataluku e i Makasae. Come in altre ex colonie portoghesi, nelle quali i matrimoni misti erano accettati, anche a Ti- mor Est si trova una minoranza di meticci, conosciuta con il nome portoghese di mestiço . Sono infine presenti piccole minoranze cinesi. Durante l’occupazione militare la lingua principale parlata a Timor Est è stata l'indonesiano ma oggi è il tetum, che - insieme al porto- ghese - costituisce la lingua ufficiale del paese. Indonesiano e inglese sono invece classificate dalla Costituzione come lingue di lavoro, indi- spensabili per i rapporti commerciali con gli stati della regione. Ac- canto al tetum sull’isola sono state individuate una quindicina di lin- gue nazionali: ataurense, baiqueno, becais, búnaque, cauaimina, fata- luco, galóli, habo, idalaca, lovaia, macalero, macassai, mambai, qué- maque e tocodede. La maggioranza della popolazione è di religione cattolica (90%). Seguono minoranze musulmane (5%), protestanti (3%), buddhiste, induiste e animiste. Da notare che, insieme alle Filip- pine, Timor Est è l’unico paese asiatico a maggioranza cattolica. Pa.To. © http //presidenciarepublica tl

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