Missioni Consolata - Giugno 2016

LA PROVA DI FORZA DI BONIFACIO VIII D edichiamo le terzultima e penultima puntata ad alcune pennellate sulla storia dei Giubilei «cri- stiani-cattolici» che non hanno niente in co- mune con l’idea del Giubileo biblico. Riserveremo l’ultima all’attualità cui ci richiama papa Francesco che ha indetto un anno straordinario nella cifra della «Misericordia» per celebrare i cinquant’anni della chiusura del concilio ecumenico Vaticano II. In que- sto modo il papa ha modificato la natura stessa del Giubileo, ma pochi se ne sono accorti. Dalle crociate Con l’avvento del Cristianesimo, cala il sipario sul Giubileo, non solo come cadenza periodica, ma an- che come ideale. Dalla diaspora degli Ebrei dalla Pa- lestina verso il mondo e dalla dispersione dei Cri- stiani nel mondo allora conosciuto, fino a Roma, di- venuta il nuovo centro della nuova religione, bisogna aspettare il 1300 per sentire di nuovo la parola «Giu- bileo». Dodici secoli di silenzio non sono innocui e, infatti, quando Bonifacio VIII (Papa Benedetto Cae- tani) indice il primo Giubileo del II millennio cristiano, non c’è più alcun rapporto né con la Bibbia né con la tradizione giudaica. Prima del giubileo del 1300 che apre la serie degli «Anni Santi», vi erano state alcune premesse signifi- cative, che accenniamo in poche battute. Nell’anno 1033, primo millennio della redenzione, si diffuse nel mondo cristiano la convinzione che, una volta com- pletata la ricostruzione del Santo Sepolcro di Gerusa- lemme, verso cui si indirizzavano sempre più folle di pellegrini certe che la vicinanza al luogo supremo della cristianità avrebbe accordato la salvezza eterna, ci sarebbe stata la fine del mondo. Papa Urbano II, da Avignone, nel 1095 bandì il primo pellegrinaggio armato, la «crociata», sia per proteg- gere i pellegrini verso Gerusalemme, sia per la ricon- quista del Sepolcro di Cristo, da circa venti anni ca- duto nelle mani dei Musulmani. La prima crociata, detta anche «dei Pezzenti» (1096), fu un totale falli- mento. Già da quarant’anni (1054) si era consumato lo scisma d’Oriente con la scomunica di Papa Grego- rio VII contro l’imperatore Bizantino Niceforo III e il Patriarca di Costantinopoli, Cerulario. Il viaggio in «terra santa» diventò il pellegrinaggio per antonomasia per cui si misero per strada orde di delinquenti, assassini, ladri e falliti con il miraggio del «perdono totale», una volta giunti a toccare il Santo Sepolcro. Tutti furono invitati a partecipare «sponta- neamente» alle crociate, liberando per un verso l’oc- cidente della loro presenza, ma ponendo le pre- messe della violenza, del saccheggio, degli stupri e di ogni malefatta di cui le crociate furono portatrici. Il riformatore del monachesimo occidentale, Bernardo di Chiaravalle (1090-1153), riteneva tranquillamente che la seconda crociata (1147-1149) fosse un «annus remissionis» e addirittura «annus vere jubilaeus», espressioni che lo stesso Papa Onorio III avrebbe poi fatte sue per la V e la VI crociata che sarebbero re- state solo un pio desiderio. ... alla «Perdonanza» Nel 1216 Papa Onorio III concesse un’indulgenza ple- naria a Francesco di Assisi per tutti i fedeli che si fos- sero recati alla Porziuncola di Assisi il 2 agosto, equi- parandola così a un pellegrinaggio capace di «lu- crare» lo stesso beneficio (indulgenza plenaria) di chi partiva per la crociata, quasi a identificare la Porziun- cola come una nuova Gerusalemme: « ad instar Sancti Sepulchri - a somiglianza del Santo Sepolcro». Lo stesso Onorio III nel 1220, nel cinquantesimo anniver- sario del martirio di Tommaso Becket (+ 29 dicembre 1170 a Canterbury), concesse l’indulgenza plenaria a quanti si recavano alla tomba del santo. Circa settant’anni più tardi, Papa Celestino V (Pietro da Morrone), uomo spirituale e non avvezzo alle trame di palazzo e al mercato delle cose religiose, aveva avuto l’intuizione della «Perdonanza» con cui accordava la remissione dei peccati a tutti coloro che tra la sera del 28 e quella del 29 agosto di ogni anno (anniversario della sua elezione a papa) fossero en- trati nella basilica di Santa Maria di Collemaggio a L’A- quila, dove il Papa era stato incoronato e dove aveva fissato la propria residenza per essere lontano dalla curia di Roma, che egli giudicava luogo di perdizione. Celestino, eletto nel 1294 dai cardinali che non riusci- vano a trovare un compromesso tra le varie fazioni del patriziato romano, dopo appena quattro mesi, rassegnò le dimissioni, fuggendo verso Napoli e la Grecia, ma fu intercettato e fatto prigioniero dal suo successore (Caetani - Bonifacio VIII) che ne temeva i contraccolpi. Nel 1296 fu trovato morto nella sua cella, con grande sollievo di papa Caetani che così si liberò di una presenza ingombrante. La novità della «Perdonanza» celestina consisteva nel fatto che fu concessa a tutti senza alcuna distin- zione, purché fossero «veramente pentiti e confes- sati». In un tempo in cui spesso anche il perdono dei peccati e i riti religiosi erano oggetto di mercimonio e di tassazione in denaro, il gesto di Celestino fu rivolu- zionario sul piano spirituale e il popolo, che com- prese immediatamente, rispose. La «Perdonanza» celestina, ancora oggi, si pone al di fuori dei Giubilei «storici» sia per metodo che per contenuto, ma non può essere taciuta perché forse tra tutti, fino al Giu- bileo di Papa Paolo VI del 1975 (dopo ben sette se- coli), fu l’unica che si pose un obiettivo esclusiva- mente spirituale e religioso senza altri fini di qualsiasi natura, specialmente di lucro. Trenta Giubilei Nella storia della Chiesa, dal 1300, giubileo di Papa Boni- facio VIII, fino al 2016, «Anno Santo della Misericordia» di Papa Francesco, si sono svolti trenta Giubilei, divisi in ordinari e straordinari. Papa Bonifacio VIII stabilì che il Giubileo fosse celebrato ogni 100 anni. Poi ci si accorse che un secolo era troppo e lo si portò a 50 anni, infine lo si ridusse a 25. Nella pagina a seguire l’elenco cronolo- gico come presentato da Alberto Melloni, Il Giubileo, una storia , Editori Laterza, Roma-Bari 2015, 137-138. GIUGNO 2016 MC 33 MC RUBRICHE

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