Missioni Consolata - Giugno 2016
italia-congo 20 MC GIUGNO 2016 La campagna per una normativa sull’origine dei minerali L’Unione europea arranca F ocsiv, la Federazione delle Ong cristiane italiane, insieme al Cisde, una piattaforma internazionale di agenzie cattoliche per lo sviluppo, promuove in Italia la Campagna europea sui minerali dei con- flitti. «Il Parlamento Europeo lo scorso anno (20 mag- gio 2015) ha votato a favore di un regolamento efficace che avrebbe ostacolato il commercio dei minerali pro- venienti dalle aree di conflitto, tuttavia, gli stati mem- bri dell’Unione europea stanno cercando di rendere inefficace e di indebolire la promulgazione di tale pro- posta», scrive Focsiv in un recente comunicato. «I ne- goziati, svolti a porte chiuse, del Trilogo (dialogo a tre) tra il Parlamento europeo, il Consiglio dell’Unione eu- ropea e la Commissione europea hanno modificato il regolamento in modo da renderlo quasi del tutto inu- tile e privo di reale significato per tutte le persone col- pite da questo commercio illegale». E ricorda che «se gli stati membri dell’Unione europea perseguiranno questa condotta, la normativa sarà addirittura meno efficace di quella adottata dagli Stati Uniti, Cina e al- cuni paesi africani e, di fatto, disattenderebbe lo stan- dard, riconosciuto a livello internazionale, delle linee guida di dovuta diligenza dell’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico che rag- gruppa i paesi economicamente “forti”)». «L a negoziazione sul regolamento europeo è ancora aperta ma sarà probabilmente un compromesso al ribasso: obbligatorietà ma solo per importatori e fonditori», ci ricorda Andrea Stocchiero, responsabile Policy della Focsiv. «Una volta passato il regolamento ogni paese membro dovrà ratificarlo e quindi diventerà anche norma italiana». Per sensibilizzare e lottare contro questo rischio, Ci- sde e Focsiv hanno lanciato la petizione per sensibiliz- zare i politici dell’Unione europea. È possibile firmare online la lettera dei cittadini europei ai politici (www.justicepaix.be/minerali-di-conflitto ), nella quale si esprime la profonda preoccupazione che «i prodotti che si comprano potrebbero nascondere storie di sof- ferenza». Ma.Bel. F OCSIV : www.focsiv.it/aderiamo-a/minerali-dei-conflitti C ISDE : www.cisde.org paradiso per le risorse che pos- siede. Terra fertile, acqua dolce, foresta, ecc. Quando ero piccolo, negli anni ’80, si viveva bene in Congo. Ho trovato tutto distrutto. Forse anche perché ero abituato a vivere in Europa. Ho saputo di una sorella dispersa nell’Est, stessa sorte per molte cugine. Ho ritrovato mia madre, che si era trasferita a Kinshasa». Nella guerra in Kivu è stato usato, e lo è tuttora, lo stupro come arma di guerra. Le donne inoltre sono rapite e ridotte in semi schiavitù alla mercé dei miliziani. «Mia madre allora mi confidò: “Ogni sera prego Dio perché vo- stra sorella sia morta. È meglio così, piuttosto che soffra troppo”». Si parla di 8 milioni di vittime in otre 20 anni di conflitto nell’Est del Congo. «Un genocidio dimen- ticato, ci ricorda John». Tornato in Italia, dopo tre setti- mane di Congo, va in crisi. «Ho vissuto 23 anni in Congo e 23 anni in Italia. Mi sento europeo, ma anche africano. Ritrovarti nelle vasione dell’esercito ruandese in Congo, con a capo Desiré Kabila (che diventerà presidente del Rdc, nda ) e subito telefonai a mia madre. Quando le dissi dove ero, replicò: “Cosa fai in Italia?”. Lo stupore era dovuto al fatto che l’Italia non gode di ottima fama, esporta troppi stereotipi, come la criminalità. In quell’occasione mi dissero che mio padre era morto durante l’ingresso dei soldati ruandesi a Bukavu, perché du- rante una crisi ipoglicemica, a causa della guerra non si era tro- vata l’insulina». Ritorno all’inferno Nel 2009 finalmente John decide di tornare in Congo, a Kinshasa, per una visita. Non è più tornato in patria dalla sua partenza, an- che se ha sempre tenuto i con- tatti con la famiglia. Quello che vede lo fa stare male: «Era come un paradiso trasfor- mato in inferno. Il mio paese è un Fairphone © John Mpaliza
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