Missioni Consolata - Giugno 2016
ECUADOR 16 MC GIUGNO 2016 Passato e presente della chiesa cattolica «Quando l’amicoWojtyla uccise la teologia della liberazione» Le visioni differenti di papa Giovanni Paolo II e papa Francesco; le differenze ontologiche tra dottrina sociale della chiesa e teologia della liberazione; la situazione in Ecuador: le risposte di François Houtart. P adre Houtart, quando ha incontrato per la prima volta la chiesa dell’Ecuador? «Negli anni Settanta, ai tempi di mons. Proaño, il ve- scovo di Riobamba, ma soprattutto il vescovo degli in- dios. Varie volte egli mi invitò qui per tenere corsi di so- ciologia della religione nell’istituto di pastorale del Ce- lam». A luglio 2015, durante la visita di papa Francesco all’Ecuador, il presidente appariva più entusiasta degli esponenti della gerarchia cattolica locale. «La dimensione religiosa è molto forte in America La- tina. Rafael Correa, per esempio, è un uomo profonda- mente credente. È un uomo della dottrina sociale della chiesa, ma non della teologia della liberazione. Per que- sto s’intende molto bene con Francesco, che appunto è un papa della dottrina sociale della chiesa». Che differenza passa tra l’analisi della realtà fatta dalla dottrina sociale e quella fatta dalla teologia della liberazione? «Con la prima si condanna il capitali- smo per i suoi effetti, ma non per la sua logica. Al contrario, la # A sinistra : sorridenti, papa Francesco con Rafael Correa nel palazzo presiden- ziale di Quito il 6 luglio del 2015. Pa- gina seguente : fiamma di un pozzo pe- trolifero nella provincia del Coca. teologia della liberazione analizza la realtà in termini di struttura sociale, ovvero di classi sociali. Insomma, si tratta di due letture diverse». Lei ha vissuto la teologia della liberazione fin da- gli inizi. Ha conosciuto tutti i suoi principali espo- nenti. Com’èmorta? «È stata fermata, specialmente da Giovanni Paolo II, con il quale peraltro fui amico durante 30 anni. Ma è stato il papa che ha ucciso la teologia della liberazione e le comunità di base. E che ha spinto verso l’emargi- nazione tutti i vescovi progressisti all’episcopato lati- noamericano». Professore, è giusto dire che la teologia della libe- razione sia stata ripudiata e poi affossata perché utilizzava strumenti di analisi propri della sini- stra? «È così. La Tdl ha incontrato nel marxismo un me- todo di analisi della società più adeguato alla situa- zione reale, alla oppressione dei popoli e alla distru- zione della natura». Anche sotto questo aspetto lo stile improntato da papa Francesco pare peròmolto diverso. «Il modo di comportarsi del papa attuale ha creato una nuova speranza e un nuovo clima. Per esempio, recentemente l’arcivescovo di Cali, mons. Darío de Je- sús Monsalve, ha parlato (il 15 novembre 2015, ndr ) della necessità di una riabilitazione di Camilo Torres come cristiano e come sacerdote. Questo non sa- rebbe stato possibile senza papa Francesco». Ci rimane da fare un commento sulla chiesa cattolica dell’Ecuador. «In Ecuador, purtroppo, abbiamo una chiesa gerarchica completa- mente conservatrice e sotto l’in- fluenza dell’Opus Dei. Mentre la tradizione di mons. Proaño è stata completamente can- cellata». PaoloMoiola © Luis Robayo / AFP
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