Missioni Consolata - Giugno 2016

Asia il neoliberalismo 3 appare come un’opportunità di sviluppo. Identicamente in Africa, in Medio Oriente e nella stessa Europa, dove le misure contro la crisi sono, semplicemente, aumentare il neo- liberismo». «Non dico che si debba arrivare su- bito a un nuovo paradigma, a quello che io chiamo “il bene co- mune dell’umanità”. Sarebbe uto- pico e illusorio. Ma si potrebbero fare passi in questa direzione. Fi- nora invece ci sono stati soltanto adattamenti del sistema alle nuove domande sociali e culturali». Fino a poco tempo fa - osserviamo -, l’America Latina sembrava il luogo della sperimentazione e del- l’alternativa, poi anche qui tutto ha iniziato a crollare. Dal Vene- zuela all’Argentina, passando per le sconfitte (pur diverse) di Dilma in Brasile e di Evo Morales in Boli- via. «Però - obietta Houtart -, l’A- merica Latina è stato l’unico luogo dove un cambiamento si è ten- tato. Com’è avvenuto in Ecuador. Qui è stato fatto qualcosa di note- vole: ricostruire lo stato e i citta- dini; dare più importanza ai servizi pubblici come la salute e l’istru- zione. Il modello di Correa è sì un modello post-neoliberista, ma non ancora post-capitalista. Come d’al- tra parte lui stesso riconosce». «Il problema è che la maggior parte dei leader politici stanno an- cora nell’antica visione dello svi- luppo inteso come sfruttamento della natura e all’interno di una modernità vista come non accet- tazione delle tradizioni e delle cul- ture diverse. Non sono entrati in questa nuova prospettiva dove la natura e la cultura sono elementi fondamentali dello sviluppo umano. Occorre formare nuovi leader ma senza troppi indugi per- ché questa situazione può tramu- tarsi in un disastro». La natura e i suoi diritti Natura come risorsa da sfruttare versus natura come fondamento di sviluppo. La Costituzione dell’E- cuador ha fatto una scelta chiara dedicando quattro articoli ai «di- ritti della natura» 4 . «La prima difficoltà - spiega Hou- tart - sta nel definire cosa significhi diritto della natura. Soltanto nella 14 MC GIUGNO 2016 dettaglio! Come mi commentava con ironia un amico boliviano: “In Bolivia abbiamo una Costituzione magnifica, però tutte le leggi sono anti-costituzionali”. Questa è ov- viamente un’esagerazione, ma il problema esiste». La Costituzione è stata varata du- rante il primo mandato del presi- dente Rafael Correa del quale il professor Houtart racconta: «Fu un mio alunno all’Università di Lo- vanio e al Cetri. Io gli diedi sol- tanto un corso di sociologia della religione, perché lui era un econo- mista. Però ebbi occasione di co- noscerlo abbastanza bene. Poi, di- venuto politico e presidente, Cor- rea mi invitò in varie occasioni. Oggi abbiamo una corrispondenza abbastanza frequente. Anche se non ci troviamo d’accordo su varie cose». Questa crisi non si cura con più neoliberismo Nel mondo sono evidenti sia il fal- limento distruttivo del sistema economico neoliberalista che il ra- pido aggravarsi della questione ambientale. Per questo François Houtart parla di una «crisi multidi- mensionale», una crisi che è al tempo stesso finanziaria, econo- mica, alimentare, energetica, cli- matica, una crisi di sistema, valori e civilizzazione. «Eppure - spiega il professore - in cosmovisione indigena la natura è un essere vivente che prova sen- sazioni. Alberi, fiumi, animali sono nostri fratelli e sorelle. Questa vi- sione è magnifica ma non si adatta alla mentalità della maggioranza della gente d’oggi». Houtart ricorda la Conferenza mondiale per i diritti della Madre Terra tenuta a Cochabamba, in Bolivia, nel 2010. «C’erano oltre 30mila indigeni a parlare di co- smovisione, cambio climatico e di- ritti della Madre Terra, della Pa- chamama (in lingua quechua). Si tentò di imporre un testo che però trovò l’opposizione, ad esempio, di Via Campesina 5 ». «Qual è il problema? È l’integra- zione dei diritti della natura in una prospettiva giuridica. Perché la na- tura, come risulta evidente, non può difendere le sue prerogative. Sono soltanto gli esseri umani che possono riconoscerle e quindi di- fenderle. O, al contrario, violarle o distruggerle. Dunque, il diritto della natura è - com’è stato detto - un “diritto vicario” di cui cioè non si può parlare senza la intermedia- zione dell’uomo. E qui entra in campo la coscienza e la responsa- bilità umana davanti alla natura». E su questo punto la fiducia di pa- dre Houtart sembra vacillare: «Sto lavorano sul settore agrario e vedo un’agricoltura campesina e indigena completamente abban- donata. Sto visitando l’Amazzonia in vari paesi e sono rimasto im- pressionato dalla sua distruzione sistematica e dalle conseguenze che ciò comporta. Dei temi am- bientali parla anche l’enciclica di Francesco, ma non so quanti l’ab- biano veramente letta». Indigeni: popoli o semplici cittadini? La Costituzione dell’Ecuador de- dica uno spazio importante ai po- poli indigeni 6 . Com’è la loro situa- zione? «C’è stato - risponde Houtart - un rinascimento dell’identità indi- gena. La loro cultura è uscita dalla clandestinità. Per esempio, oggi gli sciamani sono riconosciuti. Io ho partecipato assieme a loro a una cerimonia pubblica in veste di sa- cerdote cattolico. La loro parteci- pazione alle ultime elezioni è stata # Sopra : alzabandiera sul Palazzo presiden- ziale a Quito. Pagina seguente : donna in- digena in Plaza San Francisco, a Quito.

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