Missioni Consolata - Giugno 2016

dal messico all’argentina gli indigeni, oggi come in passato, subiscono violenze e umiliazioni. certamente c’è un substrato di razzismo, ma il movente princi- pale è economico: impossessarsi delle ri- sorse che stanno nelle loro terre. e poi, da ultimo, non manca un aspetto culturale: cercare l’omologa- ameRica latina di PAOLO MOIOLA V itor Pinto aveva due anni ed era un piccolo Kain- gang. Vitor è stato ucciso il 30 dicembre 2015 davanti alla stazione dei bus di Imbituba, città situata sul litorale dello stato brasiliano di Santa Catarina. Come ogni giorno la famiglia di Vitor era arrivata in città per vendere i pro- dotti del proprio artigianato sulle frequentate spiagge dell’oceano. In Brasile, la violenza contro gli in- digeni è parte della quotidianità e non fa quasi notizia. Dell’assassi- nio di Vitor si è parlato (ma senza mostrare sincera indignazione) so- prattutto a causa della sua giova- nissima età. L’omicidio - per il quale la polizia ha preso un giovane - è l’enne- simo sintomo di una malattia che pare aggravarsi giorno dopo vise in almeno 246 popoli) sono accusati - dai media, dalle imprese minerarie e agricole, dai politici del Congresso e del governo (tutti soggetti formalmente indipen- denti, ma in realtà tra loro intima- mente uniti da reciproci interessi) - di rallentare o addirittura fer- mare il progresso e lo sviluppo del paese a causa dei loro diritti, pe- raltro sanciti dalla Costituzione fe- derale. Nella sua ultima relazione il Consi- glio indigenista missionario (Cimi) ricorda che in Brasile, nel 2014, 138 indigeni sono stati assassinati, sempre per motivi legati alla terra. da Berta a edwin, voci troppo scomode In un altro stato latinoamericano, in Honduras, anche Berta Cáceres lottava per difendere la propria terra ancestrale e il fiume Gualcar- que dalla distruzione prodotta dal progetto idroelettrico Agua Zarca. Anche lei era un’indigena, una lea- der del popolo Lenca, conosciuta pure a livello internazionale per- ché vincitrice, nel 2015, del pre- mio Goldman, forse il più presti- gioso riconoscimento ambientali- sta al mondo. Berta, madre di quattro ragazzi, è stata assassinata nella sua casa da persone armate lo scorso 3 marzo. Va ricordato che decine di assemblee indigene avevano respinto la costruzione della diga Agua Zarca e questo sulla base del «diritto alla consul- tazione preventiva, libera e infor- mata», diritto introdotto per la in continuo aumento gli indigeni assassinati UNA VITA A BUON MERCATO # A sinistra: Berta Cáceres, indigena del gruppo Lenca, assassinata in Honduras il 3 marzo 2016. A destra : una mappa (molto parziale) ricorda i più conosciuti omicidi di indigeni nei paesi dell’America Latina.

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