Missioni Consolata - Maggio 2016
siamo chiesti se ci sarebbe stata una domenica di Pasqua nel no- stro paese. Ma Dio è il Dio della storia. Egli parla attraverso i segni dei tempi. Io credo fermamente che la risurrezione del Myanmar dal suo passato doloroso stia acca- dendo». (AsiaNews) VIETNAM EMERGENZA EDUCATIVA S econdo un rapporto del gover- no vietnamita, il 50% dei giova- ni che vive nelle zone rurali non ha accesso alle scuole superiori; solo il 4% delle nuove generazioni ot- tiene la laurea. Inoltre, la disoccu- pazione della fascia fra i 15 e i 24 anni tocca il 50,3%. È un dato che preoccupa molto la Chiesa vietna- mita che da anni è in prima fila per aiutare i giovani desiderosi di an- dare a scuola. Ostelli, corsi gratui- ti e borse di studio sono messi a disposizione da varie diocesi e parrocchie in tutto il paese. La Chiesa contribuisce al futuro della società vietnamita con 10 facoltà universitarie e organizzando corsi per migliaia di studenti da tutte le province. (AsiaNews) do a tutto quello che mi è accadu- to, ho scoperto che la mia storia è la strada che Dio ha preparato per me. Non potrei essere misericor- diosa se non sentissi la miseri- cordia di Dio su di me». Dopo tanti anni di lotte, racconta, «ho capito che non mi basta salvare le per- sone dal traffico umano e basta. Spesso mi chiedo: “Ho portato queste persone più vicine a Cri- sto?”. Questo cambia tutta la pro- spettiva. Ovviamente non sono ancora capace di perdonare in modo perfetto, sono ancora in cammino». (AsiaNews) MYANMAR SEGNO DI SPERANZA «Q uesta Pasqua si diffonde co- me un fiume nel deserto. È una Pasqua davvero speciale per il popolo del Myanmar. Il fiume della democrazia si sta lentamente ri- versando nel deserto della dispe- razione. Noi celebriamo oggi la Pasqua per i segni di resurrezione che vediamo attorno a noi». Con queste parole il card. Charles Maung Bo ha aperto il suo mes- saggio pasquale indirizzato ai fe- deli di Yangon (e a tutta la popola- zione del Myanmar), che negli ulti- mi mesi hanno assistito a cambia- menti politici di portata storica: dalle elezioni vinte a novembre 2015 dalla Lega nazionale per la democrazia, all’elezione del primo presidente non militare dopo 50 anni di dittatura dell’esercito. «Questa nazione – prosegue il car- dinale – è stata crocifissa sulla croce dell’ingiustizia. Dalla Pasqua la comunità cattolica deve trarre la forza per «costruire la nazione at- traverso la pace e la riconciliazio- ne, lo sviluppo umano, l’educazio- ne e l’affermazione dei diritti delle popolazioni indigene». «Dobbiamo essere segno di speranza. Siamo stati perseguitati, sepolti nella tomba della povertà, dell’oppres- sione e della negazione dei diritti. Per molti di noi è stata una lunga Via Crucis. Siamo stati gente del Venerdì santo e qualche volta ci Q uando i missionari arrivano in un nuovo paese, la priorità è lavorare nei luoghi più isolati, in un con- testo rurale, dove manca tutto ed è necessario cominciare dal niente. L’esperienza dei missionari della Consolata in Angola è un po’ atipica. Hanno optato innanzitutto per la periferia urbana di una grande città, Luanda, dove è concentrata circa la metà della popolazione angolana. La capitale del paese e la sua grande periferia contano circa 8,3 milioni di abitanti. Dal 2002, la zona urbana è stata oggetto di ra- dicali trasformazioni con la costruzione di palazzi e grandi infrastrutture. È in questo ambiente di con- trasti che vivono e operano i primi tre missionari della Consolata giunti nel paese dameno di due anni: Sil- vestre Ogutu (keniano), Fredy Pérez (colombiano) e Dani González (venezuelano). Abitano una casa in af- fitto, come la maggior parte delle famiglie e percorrono l’immenso quartiere di Kapalanga a piedi o con i mezzi pubblici per conoscere la gente e dare assistenza religiosa alle sette cappelle esistenti nel territorio. Dopo un anno di lavoro pastorale e come attestato di maturità alla comunità cristiana che accompa- gnano, il vescovo della diocesi di Viana, JoaquimLo- pes, ha deciso di creare e affidare loro la nuova par- rocchia di sant’Agostino di Kapalanga. La popola- zione, dal canto suo, non ha lesinato sforzi per aiu- tare e fortificare l’opera. Tutto quello che è stato realizzato, è stato fatto con contributi locali: l’acqui- sto del terreno della parrocchia, la legalizzazione dei terreni delle cappelle e anche la costruzione della chiesa-salone. La parrocchia è in buona salute e la sua crescita è possibile perché i fedeli sanno condividere i loro beni. Imc ANGOLA: LA NASCITA DI UNA CHIESA MAGGIO 2016 MC 9 La Chiesa nel mondo # Angola - Luanda - la chiesa-salone della nuova parrocchia di sant’Agostino costruita con l’apporto dei fedeli.
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