Missioni Consolata - Maggio 2016
MAGGIO 2016 amico 73 loro lamento, si ricordò della sua alleanza con Abramo e Gia- cobbe. Dio guardò la condi- zione degli Israeliti e se ne dette pensiero» (Esodo 2,23- 25). Nello stesso libro dell’E- sodo, troviamo anche il motivo per cui Dio si impegna per libe- rare Israele: «Allora tu dirai al faraone: Dice il Signore: Israele è il mio figlio primogenito» (cf. Es 4,22). SONO SCESO PER LIBERARLO Dio ha sempre l’orecchio teso verso il suo figlio prediletto, di modo che «quando invocherà il mio aiuto, io ascolterò il suo grido, perché io sono miseri- cordioso» (Es 22,27). Il verbo ebraico qui usato è hanan , il cui significato è «essere proteso verso». Dal momento che Dio è proteso verso Israele, quando questi si trova in grave neces- sità, non esita a compiere la trasvolata cosmica per rendersi presente in mezzo al suo po- polo: «Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto ed ho udito il suo grido a causa dei suoi sorveglianti; conosco in- fatti le sue sofferenze. Sono sceso per liberarlo dalla mano dell’Egitto e per farlo uscire da questo paese verso un paese bello e spazioso, verso un paese dove scorre latte e miele» (Es 3,7-8). Inizia qui un movimento discen- dente della divinità verso la creatura, che poi sarà comple- tato, secondo il prologo di Gio- vanni, dalla Parola fatta carne. Al grido disperato del popolo, Dio risponde aprendo la ca- lotta del firmamento e avvian- dosi verso di lui per manifestar- gli il suo volto misericordioso e fargli conoscere quanto pro- fondo è il suo amore. Tuttavia il popolo, che è di me- moria corta, dimentica presto i tanti prodigi. Dimentica la manna, pane disceso dal cielo; dimentica l’invio delle quaglie; dimentica il prodigio dell’acqua scaturita dalla roccia. Esso ar- riva persino a dubitare della stessa presenza di Dio: «Il Si- gnore è in mezzo a noi sì o no?» (Es 17,7). Il popolo di Israele sta attraversando un momento difficile: si trova a va- gare nel deserto, dove è diffi- cile sopravvivere. La grande speranza di arrivare ad una terra dove scorre latte e miele si infrange contro gli ostacoli di un ambiente ostile. La mano potente di Mosè, assistito dal fratello Aronne, non danno più garanzie e certezze. Il popolo sente il bisogno di una rassicu- razione che venga di nuovo dall’alto. In questo contesto Dio decide di rendersi ancora più presente e più vicino. Egli vuole mostrare la sua grazia e il suo amore viscerale, ed esprime il suo avvicinamento alla creatura attraverso la «nube». In Es 33,9 leggiamo: «La colonna di nube scendeva e restava all’ingresso della tenda». Lo stesso movimento discendente si ritrova anche in 34,5: «Il Signore scese nella nube e si fermò con lui là». Il Signore sotto forma di nube scende perché ha ascoltato le grida sofferenti del suo popolo. UNA TENDA PER ABITARE IN MEZZO A LORO Dio non vuol rimanere evane- scente, avvolto nella sua tra- scendenza, ma vuole farsi Dio- con-noi, Emmanuele, un Dio accessibile, che si possa consul- tare facilmente. Per diventare tutto questo, decide di abitare dove vive il popolo. Finalmente prende la decisione e ordina a Mosè di costruire per lui una tenda «per abitare in mezzo a loro» (Es 25,8; cf. 33,7-11). A questo punto Dio è accessibile e tutti possono consultarlo di persona, senza che ci sia un in- termediario. Va qui notato, tut- tavia, che la sua tenda non è collocata tra quelle del popolo, ma fuori dell’accampamento, a una certa distanza da esso. Tale distanza ha un suo significato. Dio vuole che il popolo esca dalle faccende ordinarie, dal loro spazio abitativo e si incam- mini verso di lui, per un incon- tro tra persone, per un dialogo di amore, per la richiesta even- tuale di perdono per le proprie infedeltà. Andare verso la tenda dove lui abita è una espressione di fede nella sua presenza e nel suo amore mise- ricordioso. D’ora in poi il po- polo non è più solo. Dio cam- mina con lui, ne diventa il pa- store premuroso. Si è fatto pel- legrino per proteggere il suo popolo e condurlo al paese promesso dove scorre latte e miele. Il cammino attraverso il deserto ora è più tollerabile perché Lui, Dio misericordia, cammina al suo fianco. Antonio Magnante AMICO.RIVISTAMISSIONICONSOLATA.IT Marc Chagall, La vocazione di Mosè
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