Missioni Consolata - Maggio 2016

gie non curate. Questo rapporto ha preso in considerazione le più diffuse malattie infettive sia tra i migranti che nelle popolazioni ospitanti ed è basato sull’analisi di dati del sistema europeo di sorve- glianza delle malattie infettive ( European Surveillance System, Tessy), su una revisione della let- teratura e su una indagine con- dotta da una rete di esperti sele- zionati in tutti i paesi Ue. In parti- colare il rapporto si è occupato di Hiv, tubercolosi, epatite B e C, go- norrea, sifilide, morbillo, rosolia, malaria e malattia di Chagas. Pro- viamo a darne un breve quadro. H IV - Tra il 2007 e il 2011, i mi- granti rappresentavano il 39% di tutti i casi di sieropositivi presenti sul territorio. In questo intervallo di tempo, l’incidenza di nuovi casi certe popolazioni di migranti sono a rischio di contrarre l’Hiv dopo il loro arrivo in Europa. Non si tratterebbe quindi di casi di «importazione», ma di migranti suscettibili a contrarre l’infezione una volta arrivati nell’Ue, proba- bilmente a causa di comporta- menti a rischio e mancanza di modelli di prevenzione. La dia- gnosi tardiva di Hiv per i migranti è una questione chiave in alcuni paesi dell’Ue. Inoltre queste per- sone spesso presentano meno in- dicatori clinici e immunologici al momento della diagnosi, rispetto ai casi di Hiv europei. L’età media degli immigrati con sieropositività è di 32 anni. Circa il 35% degli im- migrati Hiv positivi è di origine ni- geriana, ma se si considera il tasso standardizzato (che tiene conto della distribuzione della po- polazione per età, ndr ) il paese di provenienza più rappresentato è il Camerun. Il 78% di nuove dia- gnosi in Italia riguarda stranieri ir- regolari. Le principali co-diagnosi registrate con la diagnosi di Hiv sono anemia, epatopatie, infe- zioni dell’apparato genitale e mu- tilazioni genitali femminili. T UBERCOLOSI - La maggioranza dei casi di tubercolosi (Tb) in Europa si riscontra tra le popolazioni na- tive. Tuttavia questa patologia viene frequentemente riscontrata anche tra i migranti. La percen- tuale di casi di tubercolosi tra i migranti ha avuto un aumento dal 10% nel 2000 al 25% nel 2010. Vi sono però significative differenze nel numero di migranti colpiti, a seconda del paese ospitante. Nel 2011, nazioni come Cipro, Islanda, Olanda, Norvegia, Svezia e Regno Unito hanno registrato fino a più del 70% di casi di tuber- colosi fra i migranti, mentre altri paesi hanno registrato pochi o nessun caso. Il picco di questa pa- tologia si verifica per la classe di età 25-34 anni, la più rappresen- tata nei paesi ospitanti. Sicura- mente, e questo riguarda tutte le patologie prese in esame, esiste un certo grado di sottonotifica della malattia e inoltre la fram- MAGGIO 2016 MC 61 • Migranti | Malattie | Contagio • MC RUBRICHE di Hiv è aumentata debolmente. Le popolazioni di migranti con maggiore incidenza sono state quelle latinoamericane e quelle dell’Europa centrale e dell’Est, mentre quelle dell’Africa sub- sahariana hanno dimostrato una diminuzione. Il 92% dei casi di Hiv tra i migranti è stato riscontrato negli stati dell’Europa occidentale e la maggior parte di essi riguar- dava persone provenienti dall’A- frica subsahariana. Un elevato nu- mero di casi di Hiv era dovuto a rapporti eterosessuali. Il modo predominante di trasmissione dell’Hiv tra i migranti tuttavia di- pendeva dal paese d’origine. Per esempio, esiste un’alto numero di casi dovuti a rapporti omosessuali tra gli uomini latinoamericani. Il rapporto evidenzia inoltre che © Lewis Hine # A destra: immigrati italiani all’arrivo a Ellis Island, a New York, nel 1905, in una famosa immagine del fotografo e sociologo statunitense Lewis Hine.

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