Missioni Consolata - Maggio 2016

«Purtroppo ho perso un altro “pezzo” della mia famiglia. Dopo la morte di mio padre, padre Otta- vio è stato un secondo padre per me. Questa per me è una grandissi- ma perdita. Penso che lo sia anche per tutta la Co- munità dei Missionari della Consolata e la Chiesa. Padre Ottavio ci ha lasciati con il corpo, ma il suo spirito rimarrà per sempre con noi. Qui, al “Resurrection Gar- den”, “lui” è in ogni an- golo, in ogni fiore, in ogni pietra, tutto parla di “lui”. Ha vissuto da povero, ma ha fatto delle cose mera- vigliose. Ha lavorato in silenzio per dare voce a Dio con la consapevolez- za del potere dell’amore e non dell’amore per il potere. La sua priorità sono sempre stati i pove- redazione@rivistamissioniconsolata.it mcredazioneweb@gmail.com nimazione missionaria negli Usa tra il 1964 e il 1968. Dopo i primi anni come vice parroco, vice rettore nel seminario diocesano, professore in una scuola secondaria, nel 1972 è nominato am- ministratore di tutte le o- pere della Consolata in Kenya. In questo servizio rivela un particolare ta- lento e buon gusto per le costruzioni, tra cui il Se- minario filosofico e l’e- spansione della Conso- lata School in Nairobi, considerata ancor oggi una delle migliori scuole del Kenya. Dal 1986 al 1994 è amministratore della nascente Univer- sità Cattolica dell’Africa orientale (Cuea) a Lang’ata, Nairobi, che sotto la sua guida si ar- ricchisce delle strutture fondamentali. Per non restare con le mani in mano, nello stesso tem- po segue la costruzione del seminario teologico della Consolata, l’ Alla- mano House , e del Tan- gaza College , l’università ri e i bambini per dare di- gnità a tutti davanti alla vita. Da vent’anni la Pasqua l’ho sempre trascorsa con lui. La scorsa Pa- squa mentre chiacchie- ravamo, mi diceva com- piaciuto, che nei giorni precedenti, in un solo giorno, erano state cele- brate venti Messe (da va- ri gruppi nelle varie chie- se e cappelle del Resur- rection Garden, ndr ). Gli ho risposto che stava fa- cendo concorrenza a San Pietro a Roma. Non mi ha risposto, ma il suo lungo sguardo, mi ha detto che il suo obiettivo era stato raggiunto e co- minciava a fare i conti con la vita. Alla fine di maggio (2015), quando si è defi- nito il viaggio del Santo Padre, in una mail mi ha chiesto di raggiungerlo. Ho prenotato subito il vo- lo, ma la sensazione che ho avuto è che sarebbe stata l’ultima volta che l’avrei visto. Vorrei rin- graziare tutti coloro che l’hanno sostenuto e aiu- tato. Un grazie particola- re a Ceghe, Anastasia, Peter, Michael, Solomon e Michael per l’amore con cui l’hanno servito. Amiamolo come “lui” ci ha amati e preghiamolo che possa riposare in pa- ce. Che Dio ci benedica». Chi era padre Ottavio Santoro? Nato a Martina Franca (Ta) nel 1933, dieci anni dopo entra nel seminario dei Missionari della Con- solata a Parabita (Le). Dopo il noviziato in Cer- tosa Pesio, la filosofia a Torino e la teologia a Wa- shington negli Usa, nel 1958 è ordinato sacerdo- te ed è subito destinato al Kenya dove arriva alla fine dello stesso anno. In Kenya rimane fino alla morte, a parte un breve periodo di servizio nell’a- # Dall’alto : padre Ottavio con alcuni dei tanti bambini di cui curava l’educazione grazie al sostegno a distanza di tanti amici e benefat- tori. | 19/9/1995, padre Santoro accompagna papa Giovanni Paolo II nel Resurrection Garden prima dell’incontro con vescovi, sacer- doti e religiosi nella Chiesa della Pentecoste. | Folla di pellegrini al Resurrection Garden, vicino alla cappella dell’Ultima Cena. 6 MC MAGGIO 2016 5X1000 A MCO CF 97615590011, PERCHÉ SÌ

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