Missioni Consolata - Maggio 2016

Missione Europa PER UN NUOVO PROGETTO MISSIONARIO IMC di Ugo Pozzoli | pubblicato con Fátima missionária e Antena Misionera Q uando uno entra a far parte dei missionari della Consolata, è chiamato a vivere una relazione speciale con l’Istituto, che l’Allamano ha sem- pre considerato come una famiglia. In questa maniera non banalizza né narcotizza nella routine quoti- diana uno stile di vita per la missione che invece va con- tinuamente rivitalizzato e rinnovato. La missione non si vive per abitudine, ma richiede di essere riscoperta, ri- vissuta e ripresentata con forza in modo appassionato e coinvolgente. Se questa riflessione è valida per tutti i missionari sparsi nei vari continenti, in Europa è ancora più urgente, a causa della profonda trasformazione che il continente sta vivendo. Una situazione che offre spunti di enorme interesse alla riflessione sulla missione. Per anni l’Eu- ropa è stato lo scrigno della nostra tradizione. Ma ora ri- schia di essere la nostra tomba. Senza voler essere irri- verenti, dobbiamo oggi estrarre il «tesoro» del beato Al- lamano che abbiamo chiuso nel sepolcro in cui egli è ve- nerato, allo scopo di proiettarlo, senza bisogno di troppe parole ma attraverso la nostra vita e le nostre scelte, nelle periferie geografiche ed esistenziali dell’Ita- lia, del Portogallo, della Spagna e della Polonia, i paesi europei in cui lavoriamo. S iamo quindi chiamati oggi a coltivare una duplice spiritualità: della memoria e dell’azione. Innanzi- tutto della memoria: qui siamo nati, qui l’Istituto ha mosso i primi passi, qui si è sviluppato e da qui ha vissuto la propria missione, dedicandosi all’anima- zione missionaria della Chiesa locale, alla ricerca di aiuti e vocazioni per le missioni. Qui alcuni grandi confratelli e consorelle hanno dedicato con zelo e passione la loro vita per mantenere e far crescere la dimensione missio- naria della Chiesa in Europa. Riscoprire la figura dell’Al- lamano sacerdote in Europa, e quella dei confratelli che ne hanno continuato lo spirito, è il primo com- pito che ci propo- niamo. Saremo forse nani sulle spalle di gi- ganti, come diceva Wittgenstein dei grandi filosofi dell’antichità, ma dall’alto di quelle robuste spalle che ci sostengono, vogliamo guardare lontano. La memoria da sola non basta, va perciò coniugata con una spiritualità dell’azione per capire come tradurre in atteggiamenti concreti lo spirito del missionario della Consolata in un contesto come quello europeo. Senza abbandonare quella che era «l’animazione missiona- ria», oggi abbiamo in atto tante nuove esperienze di consolazione e annuncio all’interno delle chiese euro- pee. L’apertura di nuove presenze in quartieri marginali, l’accoglienza di profughi e migranti in alcune delle no- stre case, il servizio alle comunità etniche o alle donne sfruttate, le molteplici attività di consolazione dirette a curare l’uomo di oggi ferito dalla solitudine e dal sentirsi uno scarto della società, la vicinanza ai giovani ormai lontani dalla vita ecclesiale, eppure così desiderosi di qualcuno che parli loro di Dio … Possiamo riscoprire la nostra vocazione di annunciatori della Buona Notizia nei «nostri» paesi diventati un ter- reno fertile per vivere la nostra vocazione delle origini: il primo annuncio del Vangelo. Ugo Pozzoli DALLA MEMORIA ALL’ AZIONE Dueanni fa, comemissionari emissionariedellaConsolataabbiamopromosso in tutte lenostre comunità sparseper ilmondounannospecialededicatoal beatoGiuseppeAllamano. Loscopodi quell’iniziativaeradi riscopriree rinnovare il legameaffettivocon lapersonadel nostro fondatore, per scongiurare il rischiodi lasciarearrugginire il rapportovitalecon lanostra storia. 56 MC MAGGIO 2016

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