Missioni Consolata - Maggio 2016

ECUADOR Plaza Grande: raccolta, curata, accogliente. Si notano alcune gio- vani indigene che, con in testa il loro tipico cappello in feltro ( som- brero o bombín ), camminando (non si può occupare il suolo della piazza con la merce), offrono i loro coloratissimi foulard. Altre donne, questa volta meticce, ven- dono gelato sciolto attingendolo da un contenitore portato a tra- colla. Al centro della piazza, at- torno alla statua degli eroi del 10 agosto 1809 (un primo tentativo d’indipendenza, poi fallito), so- stano diversi uomini che, dietro pagamento, scattano foto ricordo subito stampate. Sotto i portici del palazzo arcivescovile lavorano alcuni lustrascarpe ufficiali, con tanto di sedia con il logo della città. Su un altro lato sta il bianco Palacio de Carondelet, il palazzo presidenziale che ospita il go- verno e il presidente della Repub- blica. Su quello opposto i palazzi (moderni) del governo munici- pale. Infine, sul quarto lato tro- neggia la cattedrale metropoli- tana sulla cui scalinata in pietra scura siedono cittadini e turisti. La «Revolución ciudadana» e l’economia A pochi metri dalla scalinata della chiesa c’è un assembramento di una ventina di persone, uomini e donne di mezza età. Ci avvici- # Dall’alto in basso : la statua della Vergine di Quito sulla collina conosciuta come El Pane- cillo; una veduta di Quito dall’alto, con la Plaza San Francisco in primo piano; una veduta par- ziale della Plaza Grande dal balcone del pa- lazzo presidenziale, a Quito.

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