Missioni Consolata - Maggio 2016
DAI LETTORI Cari mission@ri Risponde il Direttore MAGGIO 2016 MC 5 per essere informati ri- guardo tutte le possibi- lità educative, scolasti- che, terapeutiche e giuri- diche atte ad accompagnarlo nell’ap- prendimento e nella con- quista dell’autonomia presente e futura. Le tue parole riguardo la specificità dell’uomo che è «la capacità di gratuità, d’amore, di dono di sé, di sacrificio e di pensare “noi” e non solo “io”» l’ho vista incarnata in questa coppia che con gioia ha confermato l’adozione di un bambino che secondo certe logiche comporte- rebbe molte spese sociali e molti problemi. Il loro amore è veramente ge- nerativo e contagioso e non può che sostenere la speranza che un tale tipo di amore non sia scom- parso! Se la cura e il ri- spetto per la vita fossero anche trasferiti agli ulivi affetti da Xylella, a mio parere, in quanto figlia di un contadino con la pas- sione per le piante, forse si troverebbe un rimedio meno drastico del loro abbattimento. Auguro una Santa Pa- squa, evento che fonda la fede che cerchiamo di vi- vere e anche un po’ di ca- pire! Milva Capoia Collegno, 21/03/2016 A MIO ZIO, PADRE OTTAVIO SANTORO Carissimi, sono Vita, la nipote di Pa- dre Ottavio Santoro. Mi piacerebbe pubblicaste il testo seguente che ho letto nella chiesa del Re- surrection Garden , a Nairobi, il 24 novembre scorso durante il funera- le di mio zio. FARINELLA Spettabile redazione, vedo che Paolo Farinella, prete, come si firma, continua a scrivere su Missioni Consolata come esperto commentatore della Bibbia. Non metto in dubbio che Farinella sia un esperto biblista, mi domando però se sia anche un cristiano. Ho ritrovato un articolo che era apparso su La Re- pubblica il 30 aprile dello scorso anno. Già allora avrei voluto scrivervi, ma avevo perso l’articolo in questione (nel quale Fa- rinella attaccava aperta- mente Renzi come ucci- sore della democrazia e quindi da eliminare come se fosse un tiranno, ndr ). […] Ora io non ne faccio una questione politica ma etica; fra l’altro non sono un ammiratore del presidente del consiglio. Farinella identifica Renzi come un tiranno da ucci- dere, parla di andare in montagna a fare la resi- stenza come se Renzi fosse Mussolini, il Mus- solini di Salò. Ciò mi ri- corda quello che qualche intellettuale scriveva ne- gli anni Settanta a propo- sito del governo e della Dc e che spinse qualche giovane a darsi al terro- rismo. Ebbene, io gli anni settanta li ricordo e non voglio più leggere una ri- vista che ospita un colla- boratore che scrive in modo simile a quegli in- tellettuali degli anni Set- tanta, che furono poi de- finiti «cattivi maestri». Vi prego perciò di togliere il mio nome dalla vostra mailing list . Paolo Cozzi Milano, 11/03/2016 I rapporti tra questa rivi- sta e don Paolo Farinella sono ben chiari da tempo: collabora con noi soprat- tutto per quell’ottimo bi- blista che è lasciando in secondo piano il cittadino appassionatamente impe- gnato in politica, quella con la «p» maiuscola, la più grande virtù civica e sociale. Separati chiaramente i due ambiti, stiamo lavo- rando insieme in amicizia e rispetto reciproco. Qual- cuno, anche tra i miei passati superiori, ha pen- sato che questa fosse una scelta di comodo, come se di don Paolo noi «usassi- mo» solo quella parte che ci conviene chiudendo non solo un occhio, ma tutti e due, sulle sue posizioni critiche rispetto alla poli- tica, alla Chiesa e al papa stesso. I direttori miei predecessori, e io stesso, abbiamo ricevuto forti pressioni perché don Fa- rinella sparisse dalle pa- gine di questa rivista. Lui continua a essere pubblicato su MC perché i suoi scritti sono un aiuto di grande qualità a cono- scere e amare la Parola di Dio. Per questo, pur non condividendo alcune delle sue valutazioni ed ester- nazioni politiche ed eccle- siali, ritengo che gli scritti di don Paolo, a cui rinnovo la stima di tutta la reda- zione, arricchiscano que- ste pagine. Certo, mi spiace che il no- stro lettore si sia sentito disturbato da quello che don Farinella scrive o che scrivono di lui su altre pubblicazioni al punto da rifiutare la nostra rivista. Perdere un lettore non può essere motivo di gioia. Ricordo però che al- la fine del ciclo sulle noz- ze di Cana, abbiamo rice- vuto molte email e telefo- nate che esprimevano disappunto al non trovare più le pagine di «Così sta scritto». La nostra non è una rivi- sta che vuol piacere a tutti i costi. Conosciamo i no- stri limiti e cerchiamo di servire la Verità con pas- sione e rispetto, senza pretendere di averne il monopolio. Quanto alla fede di don Paolo, se neppure il suo vescovo ha sentito il biso- gno di sospenderlo dal ministero sacerdotale, benché sia stato aperta- mente criticato dallo stes- so, chi sono io per giudi- carlo? RAGIONI DI SPERANZA Caro padre, oggi è l’11 marzo, gior- nata mondiale delle per- sone con sindrome di down e il mio pensiero ha associato le tue rifles- sioni contenute nell’edi- toriale «Non si eliminano così anche gli ulivi?» a u- na recente esperienza che ho vissuto per ragio- ni di lavoro e che mi ha riempito di ammirazione e di speranza. Ho incon- trato una coppia di geni- tori che hanno adottato un bambino down che quest’anno compie due anni; da quando è presso la famiglia adottiva, e cioè da un anno circa, ha fatto tanti progressi e la cosa più sorprendente è l’impegno che mette in atto per corrispondere alle attenzioni e agli sti- moli che riceve, tanto da arrabbiarsi se non riesce a padroneggiare, ad e- sempio, il meccanismo del gattonamento che gli consentirebbe di spo- starsi da solo. Effettua e- sperienze, quando non è a casa o al baby parking di logopedia, psicomotri- cità e musica, e i genitori sono in contatto con cen- tri down di diverse città
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