Missioni Consolata - Maggio 2016
MAGGIO 2016 MC 49 Q uito. Quando il cielo è terso, se si alzano gli oc- chi, si vedono la collina de El Panecillo con la gi- gantesca statua della Vergine di Quito e, spostando leggermente lo sguardo, il Pichincha, il vulcano alle cui falde nel 1534 i conquista- tori spagnoli costruirono la futura capitale dell’Ecuador, a 2.700 me- tri d’altezza (media). Alla dome- nica la città vecchia è (ancora) più bella perché circolano meno auto rispetto agli altri giorni. E poi al- cune delle sue strettissime vie, al- meno per alcune ore, sono chiuse al traffico. Una di queste strade è la calle García Moreno, più nota come «la calle de las Siete Cru- ces», per via delle sette grandi croci in pietra costruite a lato di al- trettante chiese di sette diverse congregazioni. Passiamo davanti a una delle chiese più famose, quella della Compagnia di Gesù, con la sua facciata barocca in pie- tra vulcanica e i suoi interni rico- perti con oro ( pan de oro ). Percorse poche centinaia di me- tri, si raggiunge la piazza dell’Indi- pendenza, più conosciuta come viAggiO in ECUADOR: bUEn viviR, inDigEni, nAtURA, pEtROliO / 1 Dal gennaio 2007 l’economista Correa guida il piccolo paese latinoamericano. Rispetto al passato, l’Ecuador è migliorato, soprattutto nel campo dei servizi pubblici: strade, ospedali, scuole. Al presidente viene però contestato di non aver speso bene il fiume di denaro en- trato nel paese con la rendita petrolifera. E di avere spesso un atteg- giamento autoritario, come dimostra anche la recente approva- zione di 15 emenda- menti alla Costituzione del 2008, quella del «buen vivir». Abbiamo raccolto qualche opinione per le strade della vecchia Quito, l’affascinante capitale del paese. I DIECI ANNI DI RAFAEL CORREA # In basso : il presidente Rafael Correa sa- luta la folla dal balcone del Palazzo di Ca- rondelet, nella Plaza Grande di Quito. ECUADOR Testo e foto di PAOLO MOIOLA
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