Missioni Consolata - Maggio 2016

La cura dell’ambiente è fondamentale e le ri- sorse possono essere utilizzate per il turi- smo. Ma come fare? «Ci sono associazioni che lavorano su queste que- stioni, ma non sono tenute in conto dal potere, non ricevono sovvenzioni. Occorre che ci sia un governo con un programma, che ci siano uomini politici attenti all’ambiente. I candidati alla presi- denza hanno molta fame di potere, ma poco appe- tito per le questioni importanti come ambiente, sviluppo sostenibile, lotta all’inquinamento, pre- venzione dei terremoti e intemperie. È un paese che ha bisogno di pensare il suo avvenire, di avere gente che presenti dei piani più generali a livello di politiche nazionali». I rapporti con la Repubblica Dominicana sono particolarmente tesi in questi ultimi mesi, perché? «Haiti è in una situazione particolare, perché una buona parte degli scambi economici avviene con la Repubblica Dominicana (Rd), ma con un grosso deficit nella bilancia commerciale. I domi- nicani vendono per due miliardi, mentre Haiti esporta per qualche centinaio di milioni. Buona parte della popolazione che non ha lavoro va in Rd, dove vivono molti haitiani, da oltre un secolo. C’è una volontà della Rd di controllare i lavora- tori haitiani, di cui però ha molto bisogno. Questo ha creato situazioni gravi. Come nel 1937, quando ci fu un vero genocidio di haitiani, organizzato dal dittatore Trujillo. Questo massacro fu dovuto alla volontà di chi governava in Rd di fare una pulizia etnica, perché per i dominicani tutto quello che viene da Haiti viene dall’Africa, dal Vodù, è nero, mentre invece loro si considerano come indios ed europei. I dominicani hanno ancora il problema su come assumere il passaggio della loro storia che riguarda la schiavitù. Allo stesso tempo hanno bisogno degli haitiani per il lavoro nella canna da zucchero, nell’agricoltura, nelle costru- zioni. La situazione è grave anche perché c’è un atteggiamento di scarso interesse da parte dei governanti haitiani. I vicini, hanno approvato una legge per espellere tutti gli haitiani che non hanno documenti. È un modo per ripulire Santo Domingo e le altre città da chi, secondo loro, non dà una bella immagine. Nonostante questo, ci sono sforzi che sono già stati fatti. Adesso sono i governanti haitiani che devono capire come ge- stire i rapporti con Rd, come trattare i problemi relativi al commercio e alla cultura. Come i due popoli possono vivere insieme. Occorre pensare a quello che ci avvicina, quello che è simile e quello che è diverso, per permettere dei rapporti e libe- rare dai pregiudizi. Ripensare il modo di vedere l’economia e la cultura haitiana, facendo atten- zione al rapporto con la Rd. La storia tra i due paesi è complessa, e loro adesso sono più avanti come sviluppo, come educazione, università. Ci vuole uno sforzo da parte degli haitiani». Marco Bello con la collaborazione di Alessandro Demarchi MAGGIO 2016 MC 47 DOSSIER MC | HAITI In queste pagine : sequenza di immagini dal rito vodù celebrato dalla mambo (sacerdotessa) Marie-Lourdes Dolcine, nei pressi di Port-de-Paix, nel Nord Ovest di Haiti. Durante il rito, di tipo Rada, è stato invocato il Loa (spirito) Erzulie Dantor. Dietro : ritratto in cartapesta di Jean-Jaques Dessalines, uno dei padri della patria, fu lui a procalmare l’indipendenza nel 1804.

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