Missioni Consolata - Maggio 2016
46 MC MAGGIO 2016 traverso la Minsutah (contingente Onu presente dal 2004, nda ) e hanno voluto che fosse Martelly a diventare presidente. C’è stato tutto uno sforzo per scartare la persona che era arrivata seconda (Jude Célestin, nda ). Martelly è arrivato al potere senza alcun programma e oggi vediamo in che stato si trovano le istituzioni a causa del suo go- verno. È stato un periodo di apertura al business, nel quale non ci si doveva più interessare di poli- tica. Si sarebbero dovute fare strade, organizzare elezioni. Ma il presidente era più interessato a or- ganizzare il martedì grasso del carnevale. È sim- patico, però ci sono cose più importanti e serie da risolvere nel paese. Abbiamo avuto a che fare con un governo di business man e oggi ne paghiamo le conseguenze». A livello della ricostruzione, che risultati vede in questi sei anni? «Molti soldi sono stati promessi, ma pochi sono stati dati. C’è stata l’espressione di una grande compassione per Haiti, ma spesso le Ong hanno preso il paese come un grande campo di gente da assistere, quando invece si sarebbe dovuto avere una visione molto più ampia, di medio e lungo ter- mine, al di là della ricostruzione. Il sisma è stato un’opportunità offerta ad Haiti per realizzare una vera costruzione del paese. Questo non è stato fatto. Non metto tutto sul conto degli stranieri, perché era compito del governo presentare dei progetti che avrebbero potuto accogliere questo aiuto e orientarlo. E se il governo non ha un piano, l’aiuto arriva da diverse parti e c’è un certo spreco. Si è portato un po’ di appoggio a gente che non aveva nulla, ma che continua a non avere nulla. Ci sono molte critiche che sono state fatte sugli aiuti. Raul Peck, cineasta molto conosciuto, ha realizzato il film “Assistenza mortale”, una cri- tica radicale dell’aiuto. La gente è in continua ri- chiesta di “stato”: scuole, sicurezza, salute, lavoro, casa, ma tutto questo è trascurato».
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