Missioni Consolata - Maggio 2016
II, quando la Chiesa ha iniziato a riconoscere, ai più alti livelli, il diritto alla libertà religiosa e la ne- cessità di avere un altro tipo di rapporto con le popolazioni dove si inseriva. Oggi la questione si pone in altri termini, perché la Chiesa cattolica è in competizione con molti movimenti religiosi, che hanno invaso il paese a partire dall’occupazione statunitense (1915-34). Da una ventina di anni il movimento pentecostale si è diffuso, soprattutto nelle classi popolari. La Chiesa cattolica ha mitigato la sua volontà di combattere il Vodù, e ne ha introdotto alcuni ele- menti nella liturgia, come l’uso dei tamburi in chiesa. Ha introdotto il creolo e ha avuto un ruolo molto importante per la sua promozione e accet- tazione come normale lingua di comunicazione. Stessa cosa hanno fatto anche i protestanti. Ma il protestantesimo, soprattutto nella sua versione pentecostale, ha lottato contro il Vodù, ha voluto che la gente abbandonasse il Vodù, che considera come qualcosa che viene dal demonio. Evidente- mente in questo modo il protestantesimo agita ancora di più l’immaginario religioso che diventa ancora più presente, si difende e oggi dis- pone di una sua organizzazione auto- noma (vedi MC giugno 2014) e comincia a essere riconosciuto nello spazio pubblico, dalla radio alla televisione. Molti si dichiarano oggi aperta- mente vuduisti. La bat- taglia è per la tolleranza religiosa, la libera com- petizione dei movi- menti, la laicità dello stato, che permetterà la protezione di tutte le religioni». Il 9 agosto e il 25 ottobre 2015 si sono svolte le elezioni per il parlamento e per il presidente della repubblica. Perché la partecipazione alle elezioni è stata così bassa? «Dal 1986 il movimento di democratizzazione del paese ha fatto progressi e il paesaggio sociale è cambiato. La differenza che esisteva tra élite ur- bane e classi popolari delle campagne e bidonville oggi si esprime diversamente. La gente fa delle ri- chieste allo stato, reclama i propri diritti, vuole più uguaglianza, partecipare alla vita politica e cittadina, e questo crea una continua crisi a livello politico. Perché le strutture dello stato e la classe politica si trovano in ritardo rispetto al livello di coscienza popolare ad Haiti. La bassa affluenza esprime una mancanza di fidu- cia nelle istituzioni dello stato e in particolare in quella elettorale. Intanto c’è stata una pletora di candidati (i candidati presidente erano 54, nda ), che non fanno realmente campagna, e non hanno programmi politici. Non si vede la differenza tra un partito e l’altro. Di fronte a questo le persone sono perse, non sanno chi votare. Inoltre la gente ha boicottato anche perché ci sono prove di tentativi di manipolazione da parte dell’e- secutivo, nel modo in cui le elezioni sono state con- dotte. E questo succede sempre, ogni volta che ci sono elezioni in questo paese. È qui che si vede che abbiamo a che fare con una classe politica chiusa su se stessa, non intenzionata a scendere in mezzo alla gente, interessarsi ai problemi reali espressi dai diversi strati sociali del paese. Sono più portati a risolvere i loro problemi personali, legati ai posti e alle ricompense da ottenere». La lotta politica alla quale assistiamo è una lotta di potere e di interessi o anche ideolo- gica e di classe? «Non vedo lotta ideologica né lotta di classe espressa nettamente. Quello che è chiaro è che il governo degli ultimi cinque anni è stato imposto in ma- niera quasi di- retta dagli sta- tunitensi. Gli Usa si sono introdotti nel paese at- MAGGIO 2016 MC 45 A sinistra : volto di giovane donna, comune di Bainet. A fianco : un hotel rimesso a nuovo sul lungo mare di Jacmel, appena ricostruito e abbellito con mosaici. In basso : maschera carnevalesca, realizzata con la tecnica della carta pesta. DOSSIER MC | HAITI
RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=