Missioni Consolata - Maggio 2016
Sopra : il professor Laënnec Hurbon, a Port-au-Prince, marzo 2016. A fianco : Haiti, in lingua taino vuol dire paese delle grandi pen- denze. Veduta delle montagne del Sud Est. nata da coloro, chiamati “grandon”, che ottene- vano i vantaggi del governo, e potevano approfit- tare del nuovo stato indipendente; l’altra costi- tuita dalla massa di ex schiavi, una società conta- dina che viveva chiusa e non aveva molte possibi- lità. La cultura haitiana, la più importante, si è costi- tuita in un contesto quasi di apartheid sociale, perché c’era una élite urbana di fronte a una mag- gioranza contadina. Abbandonata dallo stato, quest’ultima era costituita da cittadini di serie B, e sono loro che hanno forgiato una cultura pro- pria, nella quale troviamo il Vodù. Come se ci fosse stata la creazione di un’altra civilizzazione, durante tutto il XIX secolo, nella quale troviamo pratiche culturali di grande invenzione che ri- prendevano elementi e rituali imposti dalle chiese dominanti, dallo stato, dall’estero, integrandoli con l’eredità tramandata dall’Africa. E attraverso il Vodù, si sono sviluppate pratiche di danza, mito- logia, leggende - i racconti in particolare -, archi- tettura e tecniche varie. Possiamo dire che se Haiti oggi ha una cultura eccezionale nei Caraibi, è grazie a quanto sviluppato dalle masse della gente povera delle campagne, considerate come cittadini di second’ordine. Le élite, quelle con una visione, un sogno per Haiti, hanno attinto da lì per produrre una pittura molto conosciuta a livello mondiale, una musica molto apprezzata nei Ca- raibi, che prevede una grande capacità d’inven- tiva. Tutto questo si appoggia al Vodù, anche se non è Vodù. La poesia e la letteratura hanno preso anche loro da quello che le masse contadine hanno costruito. Ad Haiti abbiamo una cultura molto forte perché abbiamo vissuto delle situazioni di dominazione, dove l’espressione non era libera, con governanti preoccupati più dell’estero che dell’insieme dei cittadini. Ed è questo il problema specifico di Haiti. Occorre capire come fare diventare la na- zione haitiana una comunità di cittadini che si ri- spettano e hanno diritti. Diritti fondati su una storia ben precisa, quella della prima grande ri- voluzione di schiavi vittoriosi grazie a una lotta condotta, dal 1791 al 1804, anche contro l’esercito di Napoleone. Un pezzo importante nella storia universale, perché ha dato il via a tutte le lotte che sono state combattute dagli altri paesi. Haiti ha dato l’esempio, ha aperto tutta una serie di in- surrezioni antirazziste, antischiaviste e anche anticoloniali, con grande anticipo. È qualcosa che è molto forte, che Haiti ha prodotto e le va riconosciuto». MAGGIO 2016 MC 43 DOSSIER MC | HAITI
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