Missioni Consolata - Maggio 2016
MAGGIO 2016 MC 25 magari aiutandoli a depredare al- tri formicai fratelli. Sono dei no- madi, non hanno nido, si accam- pano randagi attorno alla loro re- gina. Milioni di agguerriti indivi- dui carnivori, terrore della fore- sta. Provo a fermare un’operaia per verificare il bottino, una pupa in metamorfosi. Con una velocità impressionante sono subito ag- gredito da tre soldati. Sono stati fulminei, ben più della velocità della mia mano. Evidentemente mi tenevano d’occhio. La puntura è molto dolorosa e devo desi- stere. Le chiamano formiche le- gionarie , per gli entomologi Eci- ton , probabilmente proprio per la loro febbrile attività. Non le ferma nessuno, tutti gli animali della foresta indietreggiano al loro arrivo, guadano fiumi for- mando ponti di individui, attra- versano laghi con zattere viventi formate da stoici volontari pronti ad annegare per la loro regina e per la colonia. La seconda colonna è ben più lenta, compassata. Le operaie con sforzi immani portano tena- cemente pezzi di foglia che altre sorelle hanno tagliato con le pos- senti mandibole, andando con- trovento e facendosi a volte solle- vare per effetto vela, ma senza mollare il bottino. I soldati con- trollano e vigilano immobili ai lati della lunga fila, pronti a sacrifi- carsi per difenderle. Sono vegeta- riane le Atta , fatto inconsueto per il mondo delle formiche. La cosa curiosa è che oltre ad essere vegetariane sono anche degli agricoltori. Le foglie infatti non sono mangiate, ma ammassate all’interno del formicaio per farne concime su cui crescerà un fungo particolare che è il loro esclusivo alimento. Alle prime piogge le fu- ture regine sciameranno a mi- gliaia, sono enormi, molto più dei loro sudditi. Verranno quasi tutte divorate dai predatori, uomo compreso, che ne apprezzano le carni grasse succulente. Feroci le prime, più tranquille e persegui- tate le seconde. Che sia un caso? ( foto 8 di Eciton e 9 di Atta ). Gianfranco Curletti* * L’autore è l’entomologo del Museo di Storia Naturale di Carmagnola (To). Ha al suo attivo numerose spedizioni scientifi- che nei vari continenti, anche se le sue ri- cerche lo hanno portato principalmente nell’Africa subsahariana. Autore di oltre un centinaio di pubblicazioni specialisti- che, non disdegna la divulgazione. Suo il libro «Matto per gli Insetti», edito da Blu ed. di Torino. Collabora da anni con il Museo della Consolata di Torino, e con i missionari in Tanzania, Mozambico e Kenya ha condiviso conoscenze, studi, sudori e cibo. dell’addome, tipo fanalino di coda. Sono esseri timidi e frugali: di giorno si vedono raramente, si accontentano della linfa che sgorga dalle ferite di qualche al- bero. Sono neri o bruni, poco vi- stosi, ma quando cala la notte mostrano tutto il loro luminoso splendore. Al buio sono uno spet- tacolo. I rami brillano della loro luce, giganteschi alberi di natale accompagnati dai canti dei grilli e delle cicale invece che da jingle bells . Foresta magica, non sempre terri- bilmente inospitale ( foto 7 ). S ono due colonne lunghe centinaia di metri di cui non riesco a vedere gli estremi, che si perdono nell’intrico della foresta. Due semplici colonne di formiche ma quanta differenza. Le prime frenetiche, febbrili, ve- locissime, aggressive, voraci; i sol- dati dalle enormi mandibole e dal colore avorio che si mescolano alle nere operaie indaffarate a predare le larve e le pupe di un altro formicaio per farne degli schiavi. Questi, per imprinting, la- voreranno inconsapevolmente per gli assassini della loro tribù, 7 8 9 MC ARTICOLI
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