Missioni Consolata - Maggio 2016
KOSOVO di FRANCESCO MARTINO (Osservatorio Balcani e Caucaso) non solo il coronamento della sua carriera politica, ma anche un mo- mento di unione e celebrazione dell’intera società kosovara. Le cose, però, non sono filate così li- sce. Il dibattito che ha preceduto il voto è stato interrotto più volte dall’opposizione che - come già successo a più riprese nei mesi precedenti - ha tentato di bloccare la procedura lanciando fumogeni nell’aula parlamentare: protesta che ha portato all’espulsione di numerosi deputati. Nelle strade del centro di Pristina, intanto, sono andate in scena pe- santi scontri tra polizia e manife- stanti, soprattutto sostenitori del movimento radicale Vetevendosje («Autodeterminazione») scesi in piazza al grido «Thaçi corrotto!», e terminati con un pesante bilancio di arresti e feriti. Le parole solenni di Thaçi dopo la sua investitura - «Mi impegno a costruire un nuovo Kosovo, un Ko- sovo europeo» - non sono bastate a calmare gli animi: l’opposizione ha infatti annunciato ricorsi sulla regolarità del voto alla Corte costi- tuzionale. E come se non bastasse, il nuovo presidente rischia ora un’incrimi- nazione da parte della nuova Corte speciale, che dal 2016 inda- gherà sui presunti crimini di guerra dell’Uçk durante e dopo il conflitto armato. AI CONFINI DELL’EUROPA (8): IL KOSOVO I DOLORI DI PRISTINA Dallo scorso febbraio il presidente della piccola repubblica è Hashim Thaçi, già leader del (contro- verso) Esercito di liberazione (Uçk). Sopito (ma tutt’altro che superato) il conflitto etnico con la minoranza serba, oggi il Kosovo rimane un paese in gravi difficoltà e con vari leader accusati di crimini di guerra e contro l’umanità. # A sinistra: Hashim Thaçi, neoeletto presi- dente del Kosovo. A destra : una scritta in- neggiante alla Repubblica del Kosovo. In alto : logo della missione Kfor dell’Italia. 26 febbraio 2016. Il parlamento di Pri- stina, capitale del Kosovo, elegge il nuovo presidente della giovane re- pubblica. Al terzo scrutinio, con 71 voti su 120, viene nominato Ha- shim Thaçi, leader del «Partito de- mocratico del Kosovo» (Pdk). L’elezione di Thaçi, frutto di ac- cordi politici tra il Pdk e il partner di governo, la «Lega democratica del Kosovo» (Ldk), non arriva a sorpresa: il segretario del Partito democratico è da tempo uno degli uomini politici kosovari più in vi- sta. Nel 1999, durante la guerra combattuta - col supporto deci- sivo dell’aviazione Nato - per otte- nere l’indipendenza dalla Serbia di Slobodan Milošević, Thaçi ha ve- stito i panni di leader politico e mi- litare della guerriglia albanese-ko- sovara, «eroe» dell’«Esercito di Li- berazione del Kosovo» (Uçk). Il 17 febbraio 2008, stavolta come primo ministro, Thaçi era stato l’uomo che aveva pronunciato la sospirata dichiarazione di indipen- denza del Kosovo, accolta con giu- bilo dalla folla festante nelle strade e piazze di Pristina. A prima vista, l’investitura di Thaçi avrebbe dovuto quindi segnare
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