Missioni Consolata - Aprile 2016

S egretario della Conceria De Luca in To- rino, e giornalista, Giraud (1846-1901) partecipò, assieme a Murialdo e a Pre- dazzo, alla fondazione del giornale «La Voce dell’Operaio», di cui divenne il direttore. Ebbe contatti di collaborazione con Don Reffo, sacerdote giuseppino e scrittore, come pure con l’Allamano, dal quale rice- veva incoraggiamenti e indicazioni, che lui seguiva fedelmente. Di Giraud fu detto: «Era chiaro, intellegibile, popolare, cosicché i suoi articoli, sempre vibranti, pieni di fede viva e di amore franco e leale per il ceto operaio, erano letti avidamente». Come avviene per tutti i giornali, anche per la «Voce dell’Operaio» ci furono momenti di gravi difficoltà, tanto che fu sull’orlo della chiusura. Murialdo intervenne incoraggiando Giraud, ma alla fine, visto che non riusciva a convincerlo, si aggrappò ad un’ancora di sal- vataggio dicendo: «Perché non sentire l’Alla- mano?». La ragione fu così illustrata dal bio- grafo del Murialdo: «Era l’Allamano, rettore del santuario della Consolata, un fervido so- stenitore della stampa cattolica e delle Asso- ciazioni operaie cattoliche. Egli godeva della più alta stima tra i cattolici torinesi». La ragione di questa crisi e l’intervento del- l’Allamano furono spiegati dal sacerdote Giu- seppe Cappella nella deposizione al pro- cesso per la beatificazione del Fondatore: «Al fondatore del giornale Sig. Giraud che nel mese di novembre del 1889 gli annun- ciava di dover sospendere la pubblicazione del giornale, perché soverchiamente occu- pato nella direzione della Conceria De Luca, l’Allamano diceva di ripassare la sera del sa- bato seguente. Ritornò infatti il Sig. Giraud; l’Allamano aveva dato convegno anche al Sig. De Luca, proprietario della Conceria, e quando li ebbe tutti due insieme, disse al proprietario: «Il sig. Giraud si lagna di dover cessare la pubblicazione del giornale, per- ché troppo occupato nella conceria; faccia così: metta un segretario per la conceria che lo aiuti nelle sue mansioni, e il Sig. Giraud pubblicherà il giornale, invece che ogni quindici giorni, ogni settimana». E così di fatto si fece con soddisfazione di tutti, per- ché era un giornale che faceva del bene». Il padre Lorenzo Sales commentò: «E così fu fatto, perché per ambedue la parola dell’Al- lamano era parola di Dio». La sincera stima di Giraud per l’Allamano la possiamo ritrovare anche in un articolo ap- parso sul giornale «L’Italia reale - Corriere Nazionale», nel luglio del 1897. Al santuario di S. Ignazio, di cui l’Allamano era rettore, si tenne un corso di esercizi spirituali per laici, al quale partecipò anche Giraud. Il suo entusiasmo per quell’esperienza lo manifestò con un articolo, in cui scrisse tra l’altro: «A me sembra che tutti dovrebbero cercare di far che il popolo quivi venisse, e l’Allamano, il degno rettore di questo santua- rio, potesse attuare il sogno, che la grande anima sua vagheggia, di estendere al popolo questi esercizi». padre Francesco Pavese VICINO AI GIORNALISTI L’Allamano fu molto sensibile al problema della comunica- zione attraverso la stampa. Bernardino Caselli, sacerdote e giornalista, così ricorda il suo ultimo incontro con l’Allamano ormai anziano e seriamente ammalato: «Anche sul letto di morte, stringendomi la mano, mi incoraggiò a continuare nel mio arduo lavoro e mi disse: “Avanti, avanti!”. Tra i giornalisti in contatto con l’Allamano spicca il laico Domenico Giraud, che fu aiutato in modo efficace, soprattutto nei momenti dif- ficili della sua attività. la voce dei testimoni 78 MC APRILE 2016 Domenico Giraud

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