Missioni Consolata - Aprile 2016
BRASILE 56 MC APRILE 2016 # In alto : due dei tre antibiotici utilizzati, con successo, nel trattamento dell’hanseniasi. Sopra e a sinistra : un malato con segni evi- denti della malattia e le conseguenze su una mano. Pagina accanto : lesioni cutanee. Professoressa, l’hanse- niasi si riscontra soprat- tutto in persone e ambienti poveri. Si può parlare di una cor- relazione di causa-effetto tra in- digenza e malattia? «Anche se l’hanseniasi oggi ri- guarda i paesi più poveri e, all’in- terno di questi, gli strati più svan- taggiati della popolazione, non si sa con certezza quale sia il peso di variabili quali l’alloggio, lo stato nutrizionale, infezioni concomi- tanti (come HIV e malaria), o pre- cedenti infezioni causate da bat- teri. Il ruolo dei fattori genetici è stato valutato per un lungo pe- riodo di tempo: la distribuzione della malattia in conglomerati ur- bani, famiglie o comunità con cor- redo genetico co- mune suggerisce anche questa pos- sibilità». Anche a causa del suo aspetto este- riore (piaghe, deformità del corpo, piedi e mani in partico- lare), il malato di hanseniasi ha sempre sofferto di uno stigma sociale che lo ha emarginato dalla comunità. Questo è vero ancora oggi? «Il coinvolgimento dei nervi peri- ferici è la caratteristica principale dell’hanseniasi. Questa condizione può evolvere in disabilità e defor- mità fisiche. Disabilità e deformità sono causa di svariati problemi per il malato: riduzione della capacità lavorativa, limitazione della sua vita sociale, insorgenza di pro- blemi psicologici, rifiuto da parte della società. Pertanto, la risposta è: sì, ancora oggi la lebbra provoca stigma sociale e pregiudizi». Così, per evitare lo stigma e l’e- sclusione sociale, le persone con hanseniasi cercano di nascon- dere la propria malattia. «È vero. Per paura e vergogna i malati nascondono la propria con- dizione anche a familiari e parenti. Ci accorgiamo di questo in tutte le classi sociali e a tutti i livelli di istruzione. D’altra parte, è realtà che, una volta scoperti, i malati sono evitati ed esclusi anche da molte persone della propria cer- chia familiare e sociale». Il Brasile è di gran lunga il paese americano con più casi di hanse- niasi. «L’hanseniasi sta gradualmente restringendosi a un piccolo nu- mero di paesi. La maggioranza (l’81% circa) di tutti i nuovi casi oggi si verifica in soli tre paesi: In- dia, Brasile e Indonesia. Il Brasile si trova al secondo posto al mondo per numero totale di nuovi casi. In America, è l’unico che non ha raggiunto l’obiettivo globale di eliminare la lebbra. Per intenderci, l’Organizzazione mon- diale della sanità (Oms) ha stabi- lito che l’hanseniasi si considera eliminata quando si registra al massimo un caso ogni 10 mila abi- tanti. In Brasile, la situazione epidemio- logica 4 è molto eterogenea a causa della grande variabilità del “tasso di prevalenza” 5 nelle varie regioni del paese. Mato Grosso, Tocantins, Maranhão, Pará e Piauí hanno il maggior numero di casi. Invece, negli stati brasiliani del Sud la lebbra è praticamente inesi- stente». Secondo lei, il governo brasi- liano combatte in maniera ade- guata l’hanseniasi? «Secondo la mia personale perce- zione, il Brasile si sta impegnando nella lotta con strategie corrette, ma anche commettendo errori, che finiscono con il compromet- tere il raggiungimento degli obiet- tivi fissati dall’Oms. Il governo fe- derale sostiene che oggi siamo vi- cini all’eliminazione dell’hanse- niasi. La realtà è diversa: i casi di lebbra sono più numerosi di quanto dicano le statistiche uffi- ciali, perché ci sono situazioni na- scoste in alcune regioni dove la malattia è endemica. Il problema è che, senza un miglioramento delle condizioni generali di vita, sarà dif- ficile arrivare alla scomparsa del- l’hanseniasi». © Morgan Schmorgan © viralinfections.info (segue a pagina 58)
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