Missioni Consolata - Aprile 2016
GUATEMALA 26 MC APRILE 2016 quindi alla repressione. C’era un servizio d’ordine di persone che giravano in bicicletta per vedere se tutto era a posto. All’inizio la partecipazione fu ti- mida, ma poi fu crescente. Fu uti- lizzata musica, arte, poesia, crea- tività. Furono convocate le elezioni e la cittadinanza, cercava un cittadino retto, corretto e onesto, che oc- cupasse temporaneamente la ca- rica di presidente, affinché ci fosse tempo per costruire strut- ture politiche. Ma il rischio era rompere lo stato di diritto. La gente non sapeva chi eleggere e Jimmy Morales, attore senza al- cuna esperienza nel settore, è il risultato di un contesto di delu- sione profonda della gente per la politica. C’è una coscienza della popola- zione, che è cresciuta, ha supe- rato la paura e sta cercando nuovi percorsi per la ricostruzione del sistema nazionale. Ma c’è ancora molto da camminare». Marco Bello MC e il Guatemala: - gennaio 2013, Simona Rovelli; - maggio 2011, Paolo Moiola; - luglio 2009, Ermina Martini; - marzo 2004, Paolo Moiola (un prece- dente incontro con padre Rigoberto). luppando sempre di più, e ha invi- tato ad abitare la strada digitale, il mondo digitale, che è ormai un nuovo mondo di interrelazioni e comunicazione, anche molto complesso. Sono già milioni i bambini, giovani e adulti che sono costantemente connessi tra loro senza conoscersi, magari solo attraverso un’immagine. Sono nuove realtà, che ci sfidano. Dobbiamo entrare nelle que- stioni, tenendo conto del fatto che possono trasformarsi in in- contri pericolosi, ma anche in spazi in cui il Vangelo può essere la notizia che ci umanizza, ci per- mette di relazionarci con i valori di comunione, fraternità, solida- rietà e dignità umana». Anche in Guatemala, il mondo di- gitale è «abitato». «Sì, sempre di più. Abbiamo molti vescovi che usano Facebook. Per ora in modo spontaneo e per fare esperienza. Inizialmente abbiamo paura di tutto quanto è nuovo, che ci costringe a relazionarci in una maniera distinta rispetto a prima. Pian piano però impa- riamo questo nuovo modo di vita. In Guatemala i bambini e i giovani comunicano con questi mezzi. A Nebaj, fino a pochi anni fa, non c’erano neppure i telefoni fissi: solo poche case lo avevano. Poi iniziarono i telefoni pubblici. I bambini che scendevano dai vil- laggi della montagna, non ave- vano mai vito un apparecchio, e quando scorgevano qualcuno parlare in un telefono pubblico ri- devano, perché sembrava che parlasse con un pezzo di ferro. Poi apparirono i cellulari e le co- municazioni si moltiplicarono. In seguito abbiamo aperto uno spazio internet, e da quel mo- mento la comunicazione è diven- tata sorprendente. Per la gente questo spazio è stato importante. Ad esempio pensando alla que- stione delle migrazioni, esso ha ravvicinato coloro che sono an- dati a lavorare negli Usa con chi è rimasto. La gente piangeva quando, tramite Skype, facevamo vedere loro i parenti lontani. Te- nendo conto che queste persone stanno via anni senza poter ritor- nare. Ecco come questi sistemi hanno una valenza umana». Guatemala il presidente attore Il Guatemala vive un periodo poli- tico particolare. Il presidente Otto Perez Molina è stato arre- stato con gravi accuse di frodi. E questo anche in seguito a grandi manifestazioni pacifiche dei mo- vimenti sociali guatemaltechi. Si sono poi tenute le elezioni a settembre 2015 e, a sorpresa, è stato eletto l’attore comico Jimmy Morales, che si è insediato il 14 gennaio scorso. «A inizio 2015 ci si rese conto che il presidente e la sua vice erano a capo di una struttura, chiamata “la linea”, che frodava tra il 50 e il 60% delle entrate tributarie della nazione e lo ripartivano tra di loro, creando un forte impatto negativo sul paese. Grazie al va- lore del direttore della Commis- sione internazionale contro l’im- punità (Cicig) dell’Onu e di un pubblico ministero colombiano si sono potuti smascherare. Il processo fu appoggiato dalla cittadinanza, che iniziò a scen- dere in piazza, ad aprile, in modo pacifico e costante. Fino a otte- nere un fatto unico nella storia del Guatemala, ovvero il cambio di queste figure e il processo giu- diziario. Le manifestazioni sono state convocate dai giovani, at- traverso le reti sociali e appog- giate dalle università, diversi set- tori civili e dalla Chiesa. La cittadinanza che manifestava stabilì criteri chiari, e si applica- rono meccanismi per assicurare manifestazioni pacifiche e attive, nel senso gandhiano, per non dare pretesti alla violenza e © Luis Echeverria /AFP # Sopra : il presidente Jimmy Morales, con la moglie Hilda Marroquin, durante la cerimonia di insediamento, il 14 gennaio 2016 a Città del Guatemala.
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