Missioni Consolata - Aprile 2016
SUDAFRICA 14 MC APRILE 2016 # Sopra: monumento nella Nelson Man- dela square, a Johannesburg. # Qui accanto: veduta del centro di Johan- nesburg. # In alto a destra: scena di strada a King William’s Town, nel Sud Est del paese. # A destra: distretto culturale di Newtown, a Johannesburg. inglesi, che allora controllavano la zona chiamata del Natal (oggi KwaZulu-Natal), avevano anche bisogno di cuochi e domestici. Tra il 1860 e il 1911, agevolarono quindi l’arrivo di numerosi lavora- tori provenienti dalle attuali re- gioni del Tamil Nadu, Andhra Pra- desh, Uttar Pradesh e Bihar. Sì ve- rificò poi un’ulteriore ondata di immigrazione proveniente dal Gujarat, formata da gruppi dediti al commercio. A Durban e nell’area circostante la presenza indiana, col tempo, si è consolidata e accresciuta. Fu qui che Gandhi abitò. La sua casa, chiamata Sarvodaya, che significa «benessere per tutti», si trova a 25 chilometri dalla città, nell’area denominata Phoenix Settlement. Essa venne costruita nel 1904, e poi distrutta a causa dei tumulti del 1985. Ricostruita e inaugurata nel 2000, la casa è stata trasfor- mata in museo, in cui sono rac- contate, attraverso immagini e descrizioni, le sue battaglie pacifi- che in Sudafrica. All’esterno tro- viamo altri pannelli sulla vita di Gandhi, mentre sotto un piccolo pergolato di paglia c’è un busto scolpito che lo ritrae. due prestigiosi sudafricani, en- trambi premi Nobel per la Pace, l’arcivescovo Desmond Tutu e Nelson Mandela, la cui casa è stata trasformata in un museo che descrive i suoi anni di lotta e di clandestinità. Non distante dalla casa museo di Mandela, tra Kumalo street e Moema street, è stato edificato il memoriale dedicato a Hector Pie- terson, tredicenne nero ucciso il 16 giugno 1976. Per protestare contro l’introduzione dell’ a- frikaans come lingua veicolare di formazione scolastica venne in- detta una manifestazione, presso l’Orlando Stadium di Soweto: mi- gliaia di studenti (circa 20mila) sfilarono pacificamente per le vie della township , cantando inni di libertà e diffondendo slogan con- tro quella che definivano la lingua dell’oppressore. Quando i mani- festanti si trovarono presso Vi- lakazi Street, ubicata vicino alla scuola di Orlando West, un con- tingente di polizia incominciò a lanciare gas lacrimogeni per dis- suadere i giovani dal proseguire. Questi, anziché arrestarsi, rispo- sero lanciando pietre. La polizia, senza esitare, reagì sparando sulla folla disarmata, uccidendo Zolile Hector Pieterson. Altri ra- gazzi morirono a seguito degli scontri e numerosi vennero feriti: la rivolta di Soweto, proseguita nelle settimane successive con il sostegno dei genitori degli stu- denti e dei lavoratori, si tra- sformò in un’ecatombe. Presso l’Hector Pieterson Museum si ri- percorrono quegli eventi dram- matici attraverso contributi mul- timediali e audiovisivi. Sui passi di Gandhi Lasciamo Johannesburg e la Pro- vincia del Gauteng per spostarci verso Durban, la città più indiana del Sudafrica. Qui si incontra in- fatti una numerosa comunità di genti originarie dell’Asia. Un af- flusso voluto in epoca coloniale dai britannici, per avere in loco manodopera destinata a vari la- vori: dal settore agricolo (special- mente nelle piantagioni di zuc- chero) a quello dei trasporti (per la ferrovia Natal-Transvaal). Gli
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